Mauro Ferrari, presidente del Consiglio europeo della ricerca, ha dato le dimissioni per divergenze interne
BRUXELLES - Se ne è andato sbattendo la porta Mauro Ferrari, presidente del Consiglio europeo della ricerca, a seguito di divergenze sull'emergenza Covid-19.
Il luminare italiano ha rassegnato le sue dimissioni alla presidente Ue Ursula Von Der Leyen, spiegando - in una lettera pubblicata ieri sera sui media d'oltre confine - di essere giunto alla decisione dopo che era stata rifiutata la sua proposta di convogliare tutti gli sforzi della ricerca in Europa sul Covid-19.
«Già dall’inizio della pandemia si era reso evidente che questa sarebbe stata probabilmente una tragedia senza precedenti» scrive Ferrari. «Ho creduto necessario fornire ai migliori scienziati gli strumenti e le risorse per combattere questa pandemia con nuovi farmaci, nuovi vaccini, nuovi metodi diagnostici e nuove teorie (...) ma l'ente di governo del Cer ha però votato contro la mia proposta, in maniera unanime e inappellabile».
Esperto di nanomedicina, 60 anni, nato a Padova, Ferrari ha fatto carriera negli ambienti accademici americani (Università della California, Berkeley) prima di tornare in Europa come consulente del governo italiano nel 2013. Era stato nominato a luglio presidente del CER. La sua carica ai vertici dell'ente con sede a Bruxelles - che finanzia il programma Horizon 2020, e ha un bugdet di 13 miliardi di euro - è iniziato ufficialmente a gennaio.