Questo vale indipendentemente dalla pandemia di Covid-19
Lo sostiene una ricerca guidata dal professor Morten Christiansen
NEW YORK - Nel pieno dell'emergenza Covid, è comune sentire aumentare i livelli di stress ogni volta che si sente pronunciare la parola "virus".
Ma ora, una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science rivela che il suono della parola stessa potrebbe avere l'effetto di aumentare la pressione sanguigna, a prescindere del collegamento con la pandemia.
Alcune combinazioni sonore, infatti, suscitano risposte più intense dal punto di vista emotivo. Questo può avere un ruolo nell'acquisizione della lingua da parte dei bambini ma può averlo avuto anche rispetto all'evoluzione del linguaggio dell'uomo.
Nella maggior parte dei casi, la relazione tra il suono di una parola e il suo significato appare arbitraria. Una serie di studi, tuttavia, ha dimostrato che i suoni delle parole possono suggerire ciò a cui si riferiscono.
Tra questi si inserisce il lavoro di un team di ricerca guidato da Morten Christiansen, professore di psicologia e codirettore del Cognitive Science Program della Cornell University di Ithaca (New York), che ha fatto luce sulle risposte emotive che vi sono dietro all'input uditivo e visivo. Attraverso una serie di esperimenti ha dimostrato, infatti, che le forme appuntite e i suoni simili a 'kiki' (simili alla parola 'virus') sono emozionalmente stimolanti, mentre le forme arrotondate e i suoni simili a 'bouba' sono calmanti.
Lo stimolo emotivo che si nasconde dietro all'associazione tra concetti e suoni, spiega Christiansen, «può aiutare i bambini ad associare il suono al significato quando imparano nuove parole ma potrebbe anche aver permesso ai primi esseri umani di iniziare a parlare».
Lo studio evidenzia il ruolo, precedentemente sottovalutato, che l'emozione può aver svolto nell'emergere del linguaggio. Mostra però anche come i suoni delle parole potrebbero influenzare i nostri stati emotivi indipendentemente da ciò che significano.