La scultura, in onore delle donne di conforto, presenta un uomo che ricorda il Primo ministro giapponese Shinzo Abe
SEUL - L'installazione di una statua sta creando accese discussioni tra Giappone e Corea del Sud, in particolare sui social media.
La scultura, intitolata "Espiazione eterna", è collocata nel giardino botanico privato coreano di Pyeongchang, nel nord-est del Paese, ed è in onore delle "donne di conforto" coreane che hanno sofferto sotto il sistema dei bordelli militari giapponesi prima e durante la seconda guerra mondiale. Il problema è che l'uomo rappresentato nella statua (inginocchiato, che chiede l'espiazione) assomiglia fortemente al Primo Ministro giapponese Shinzo Abe.
Kim Chang-ryeol, il direttore dell'orto botanico, ha detto ieri che l'opera non rappresenta il leader giapponese e ha negato qualsiasi fine politico. «Non è vero che si tratta di una statua di Abe. L'intenzione è simbolica: potrebbe essere Abe, come potrebbe essere un'altra persona», ha detto Kim, come riportato dal Nikkei.
I media sudcoreani hanno però riferito che la statua simboleggia effettivamente Abe, citando uno scultore locale, uno dei co-autori della statua. «La scultura mira a dimostrare che perdonare è possibile solo se il Giappone continua a chiedere l'espiazione fino a quando la Corea del Sud non lo accetta», ha detto l'uomo, provocando non poche polemiche. Lo ha riferito il Japan Times.
Il segretario generale del Governo giapponese, Yoshihide Suga, ha detto in una conferenza stampa che se le notizie dei media sulla statua fossero vere sarebbe «inaccettabile» in termini di relazioni internazionali e avrebbe un «effetto determinante» sulle relazioni tra Giappone e Corea del Sud.
Sui social media, gli utenti sudcoreani hanno mostrato reazioni contrastanti, con alcuni che sostengono l'opera d'arte, poiché "riflette perfettamente la questione in corso", e altri che la criticano, considerandola una mancanza di rispetto nei confronti del primo ministro del Paese vicino.
La Corea del Sud e il Giappone sono da tempo in disaccordo sulla questione delle "donne di conforto", che deriva dal dominio coloniale giapponese del 1910-1945 nella penisola coreana. In tal senso, sono molte le statue simili (con una ragazza seduta e un uomo che chiede l'espiazione) a grandezza naturale in Corea del Sud, anche davanti all'ambasciata giapponese a Seul. Alcune sono state erette anche all'estero, ad esempio negli Stati Uniti.