Degli hacker si stanno comportando alla "Robin Hood", ma gli esperti non sono convinti: «È per il senso di colpa?»
Gran parte delle associazioni benefiche, comunque, hanno dichiarato che non accettano soldi provenienti da atti criminali
NEW YORK - Un gruppo di hacker ha donato in beneficenza una gran somma di denaro, precedentemente rubata, a due associazioni a favore dei bambini e delle persone più in difficoltà.
Si tratta di due donazioni in Bitcoin dal valore di circa 10'000 dollari, ed è una prima volta per il cybercrimine, che ha lasciato gli esperti piuttosto sconcertati.
Gli hacker, attivi principalmente sul darknet, sostengono di aver estorto milioni di dollari a diverse aziende, ma con l'obbiettivo di «rendere il mondo un posto migliore», come riporta la Bbc.
Il post sul darknet - Il 13 ottobre, gli hacker autori del gesto hanno pubblicato un post su un blog, affermando di aver preso di mira grandi aziende redditizie. Con degli attacchi ransomware, i cybercriminali tengono in ostaggio i sistemi informatici delle imprese, fino al pagamento di un riscatto.
Un classico crimine nel 2020, ma questa volta con un risvolto benefico: «Pensiamo che sia corretto che una parte del denaro vada in beneficenza» spiegano poi gli hacker, «non importa quanto pensiate che il nostro lavoro sia pessimo, siamo felici di sapere che abbiamo aiutato a cambiare la vita di qualcuno. Oggi abbiamo inviato le prime donazioni», scrivono, allegando le ricevute come prova.
Le associazioni - I cybercriminali hanno inviato le due donazioni a due enti di beneficenza, The Water Project e Children International.
Children International, che aiuta e sostiene bambini, famiglie e comunità in diversi Paesi del mondo ha dichiarato che non si terrà il denaro ricevuto. Lo ha confermato un portavoce alla Bbc: «Se la donazione è legata a un attacco hacker, non abbiamo intenzione di tenere i soldi».
Il Progetto Acqua, che lavora per migliorare l'accesso all'acqua pulita nell'Africa subsahariana, non ha invece risposto alle richieste di commento.
Una mossa che preoccupa gli esperti - La strategia degli hacker viene vista come uno sviluppo particolare e preoccupante, sia moralmente che legalmente, da parte degli esperti in cybercrimine.
Brett Callow, analista delle minacce presso la società di sicurezza informatica Emsisoft, ha dichiarato al portale britannico che questo modo d'agire è nuovo e alquanto curioso. Sulla domanda del perché, Callow non è sicuro: «Forse aiuta ad alleviare il loro senso di colpa? Vogliono essere percepiti come personaggi alla Robin Hood piuttosto che come estorsori senza una coscienza?» si chiede l'esperto.
In ogni caso, è un passo molto insolito: «per quanto ne so, è la prima volta che dei criminali donano in beneficenza una parte dei loro profitti ottenuti tramite riscatto».
Il gruppo hacker coinvolto è relativamente nuovo sulla scena, ma sembra avere contatti e legami con altri gruppi criminali online, e un'analisi del mercato delle cripto-valute conferma che stanno attivamente estorcendo fondi alle vittime.
La piattaforma online - Anche il modo in cui gli hacker hanno donato la somma è motivo di preoccupazione da parte delle autorità. Le donazioni sono infatti state fatte attraverso la piattaforma "The Giving Block", che permette contributi in criptovalute e che è utilizzata da numerosi enti, anche noti, tra cui Save the Children o Rainforest foundation.
Un portavoce della piattaforma ha confermato al quotidiano inglese di non essere al corrente del fatto che queste donazioni siano state fatte da cybercriminali. «Se si scoprisse che queste donazioni sono effettivamente state fatte usando fondi rubati, inizieremmo naturalmente il lavoro per restituirli al legittimo proprietario».
Tuttavia, The Giving Block non ha fornito dettagli su quali informazioni raccolgono sui loro donatori.
Nel frattempo, sono già molti gli enti che hanno dichiarato che non prenderanno mai consapevolmente del denaro ottenuto attraverso atti e modalità criminali.