Gli attacchi sono stati perpetrati sia in maniera virtuale che fisica
L'istituto è l'organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania
BERLINO - Il 22 ottobre, per un periodo di circa due ore, i cittadini tedeschi non hanno potuto accedere alle informazioni e alle cifre aggiornate sulla pandemia di coronavirus.
I visitatori del sito web dell'Istituto Robert Koch (RKI), l'istituto di riferimento principale per quanto riguarda il Covid-19 in Germania, hanno infatti solo potuto osservare l'apparizione di uno schermo bianco con un messaggio d'errore.
Il sito è rimasto offline per circa due ore, e ora si è scoperto che la causa è stato un attacco informatico.
Attacco virtuale - La conferma è arrivata dall'Informationstechnikzentrum Bund (il Centro Federale per le tecnologie informatiche), interpellato dal quotidiano Spiegel.
Il sito web dell'Istituto Robert Koch, ha spiegato il Centro, ha subito un attacco di tipo DDoS (Distributed Denial of Service), per far crollare il sito sotto un enorme traffico dati fittizio.
Un portavoce dell'ITZBund ha poi detto che non ci sono stati danni e che non c'è stata una fuoriuscita di dati sensibili. Inoltre, chi ci sia dietro l'attacco non è ancora noto: è stata aperta un'indagine a riguardo.
Attacco reale - Non ci sono stati solo attacchi virtuali. Il 25 ottobre, infatti, una delle sedi dell'RKI a Berlino è stata bersagliata da ignoti, che hanno lanciato dispositivi incendiari, bottiglie e oggetti di vario tipo contro la facciata dello stabile, provocando danni e tentando di appiccare un incendio.
Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito, e un agente di sicurezza presente sul posto è riuscito a spegnere le fiamme prima che si propagassero. All'arrivo della polizia, i sospetti erano fuggiti, senza poter essere riconosciuti.
La polizia sta proseguendo le proprie indagini, senza escludere qualsiasi motivazione per il gesto, che potrebbe essere anche di radice politica.
Insomma, non si sa chi, e non si sa perché, ma qualcuno sembra avercela con il Robert Koch Institut.