La ritualità legata alla sepoltura è indispensabile per evitare il disturbo da «lutto persistente complicato».
BRESCIA - È una patologia riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità, che sta colpendo duro in questa nuova era iniziata con il Covid e che ha già causato decine di situazioni d'impossibilità di vicinanza e ultimo saluto ai propri cari morituri.
Ma anche in tempi pre-pandemia capitava che, per questioni geografiche o di altra natura, non fosse sempre possibile prendere parte alla cerimonia funebre. Ecco perché è un servizio importante quello proposto da “ricordodi.it”, una start-up del giornalista Francesco Zambelli, esperto in comunicazione digitale e fondatore del notiziario via WhatsApp “Inprimis”. È una sorta di cerimonia funebre a distanza, che permette a chiunque di attivare una pagina per un defunto, dare a parenti e
amici un numero WhatsApp e pubblicare messaggi vocali di ricordo.
«Spesso le pagine dei social network prendono vita propria e, a seconda di come era impostata la privacy, al momento della morte del soggetto del profilo si riempiono di ricordi senza più alcun controllo. I social però non permettono commenti audio – spiega Zambelli – mentre il potere della voce è magico, per questo “ricordodi.it” funziona con la voce, con i messaggi vocali. Noi ci occupiamo di creare la pagina della persona mancata e di pubblicare i messaggi che ci inviano amici e parenti. È il modo più semplice per lasciare una testimonianza. Al momento pensiamo che l’intimità della voce sia la cosa migliore: solo una foto della persona cara mancata, e i racconti degli amici e dei parenti».
Il valore psicologico dell’idea è stato subito notato dalla psicologa Doriana Galderisi che nel suo libro “Il dopo è ora” ha raccolto testimonianze legate al Covid: “L’assenza di ritualistica
funebre, la mancata presenza al rito può risultare devastante – valuta –. Spesso non elaborare il lutto implica disturbi seri e persistenti, che possono complicarsi fino a rendere impossibile
la propria progettualità di vita”.