Madri e bambini, sfruttati e abusati per decenni nelle strutture gestite dalla Chiesa. C'è il rapporto ufficiale.
Si parla di circa 9'000 bimbi e bimbe morti dal 1922 al 1998 in soli 18 istituti e un tasso di mortalità infantile del doppio della media nazionale.
DUBLINO - Un rapporto di 3'000 pagine frutto di anni di inchieste e ricerche sugli abusi e le morti avvenute negli orfanotrofi e nelle istituzioni – gestite dalla Chiesa irlandese – che hanno ospitato giovani madri senza marito, e i loro figli, durante tutto il '900.
Un documento realizzato in 6 anni di ricerche, il cui contenuto era già stato anticipato domenica in una fuga di notizie, che è stato consegnato ieri ai sopravvissuti e ai famigliari delle vittime.
Il ritratto, di una delle pagine più buie della storia d'Irlanda, è impietoso: si parla di circa 9'000 bimbi e bimbe morti dal 1922 al 1998 in soli 18 istituti e un tasso di mortalità infantile del doppio della media nazionale (14%).
Le violenze e i soprusi, perpetrati nei confronti delle madri e dei piccoli – che sono anche stati immortalati in libri, film e documentari – sono andati avanti per decenni, con la connivenza delle istituzioni religiose ma anche statali.
Oltre ai decessi i soprusi hanno creato una generazione di “figli di nessuno”, sottratti e affidati senza nessuna possibilità di ricongiungersi.
Fra questi c'è anche l'ex vicepremier Joan Burton, nata proprio in una di quelle case nel 1949: «Questo rapporto è una testimonianza importante per i nostri ragazzi, che sappiano cosa è stato fatto alle donne che non si uniformavano alla morale e che venivano considerate perse», ha scritto sulle pagine dell'Irish Independent, «ci porterà a domandarci come sia stato possibile che tutto questo sia continuato così a lungo».
Il rapporto è stato consegnato anche al premier Michéal Martin che – riporta il Guardian – lo ha trovato «scioccante e difficile da leggere». Lo Stato darà le scuse ufficiali alle vittime questo giovedì.