L'Ema: «Si tratta di casi estremamente rari. E i benefici della vaccinazione superano i rischi»
Il Pharmacovigilance Risk Assessment Committee ha esaminato oltre 80 casi di trombosi. I vaccinati con il preparato di AstraZeneca tra Europa e Regno Unito sono circa 25 milioni.
AMSTERDAM - I rari casi di trombosi vanno aggiunti ai possibili effetti collaterali derivanti dalla somministrazione del vaccino di AstraZeneca, ma il bilancio tra benefici e rischi effettivi resta in favore dei primi. Sono queste, in breve, le conclusioni a cui è giunto il Pharmacovigilance Risk Assessment Committee dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema).
«Un possibile nesso c'è», scrive l'Ema, che ha «preso in considerazione tutte le evidenze scientifiche attualmente disponibili, incluso il parere di un gruppo di esperti creato ad hoc» per raggiungere il suo verdetto. Nel dettaglio sono stati analizzati 62 casi di trombosi del seno venoso cerebrale e 24 casi di trombosi venose splancniche. La possibilità quindi, anche se molto remota - i vaccinati con il preparato di AstraZeneca tra Europa e Regno Unito sono circa 25 milioni -, esiste.
Coaguli e bassi livelli di piastrine
Al momento, la maggioranza dei casi si è verificata in donne sotto i 60 anni entro due settimane dalla vaccinazione. Attualmente però, data la rarità dei casi, «non è stato possibile identificare fattori di rischio specifici». Nel caso una persona vaccinata con il preparato anglo-svedese dovesse sviluppare coaguli di sangue in combinazione con un basso livello di piastrine deve immediatamente contattare il proprio medico. Tra i possibili sintomi elencati ritroviamo i dolori persistenti al petto e al retto addominale, il respiro corto, il gonfiore alle gambe, alcuni disturbi di natura neurologica (tra i quali le forti emicranie e la vista offuscata) e la possibile comparsa di alcune piccole macchie di sangue sotto la pelle attorno al punto in cui è stata effettuata l'inoculazione del vaccino.
Nuovi studi sulle cause
Una possibile spiegazione di questa rara combinazione di sintomi, prosegue l'Ema, può essere legata «a una risposta immunitaria, che causa una condizione simile a quella che può verificarsi in alcuni casi nei pazienti trattati con l'eparina». In tal senso, il PRAC ha già presentato la richiesta per avviare una nuova serie di studi. Contestualmente, l'EMA continuerà a monitorare la sicurezza e l'efficacia del vaccino di AstraZeneca e di tutti gli altri preparati che sono stati autorizzati in Europa.