I due, che si erano dati alla macchia, sono accusati di omicidio involontario plurimo. I nuovi dettagli dell'inchiesta
DETROIT - Dopo che lo scorso martedì loro figlio era entrato armato nel suo liceo a Oxford in Michigan e ucciso 4 compagni di scuola - una volta chiamati davanti alle autorità - avevano deciso di darsi alla macchia, dopo aver prelevato da un bancomat 4'000 dollari.
La loro fuga, iniziata questo venerdì, non è durata a lungo però. Sono infatti stati ritrovati dagli agenti - che aveva ricevuto una segnalazione da qualcuno che aveva avvistato la loro vettura - mentre si nascondevano in uno stabilimento industriale a Detroit, a una manciata di chilometri da casa loro.
Per James e Jennifer Crowley, l'accusa è di omicidio involontario plurimo, frutto della negligenza. La coppia, infatti, avrebbe ignorato i diversi capannelli d'allarme su Ethan (così come le segnalazioni da parte della scuola) e in casa avrebbe lasciato incustodite e accessibili le armi.
Per loro la cauzione è stata fissata a 500mila dollari a testa visto «l'elevato rischio di fuga», confermato dal loro tentativo. Al momento, quindi, l'intera famiglia Crowley si trova dietro le sbarre nello stesso istituto penitenziario. I tre sono tenuti a vista e non possono incontrarsi.
Secondo l'avvocato della coppia, che si dichiara «non colpevole», i due avevano intenzione di consegnarsi alle autorità ed erano scappati «perché temevano per la loro vita». La faccenda del prelievo di contanti, però resta poco chiara, così come il fatto che abbiano chiesto a un conoscente di “nasconderli” nel capannone in disuso. L'uomo, confermano le autorità, ora rischia di essere incriminato a sua volta per concorso e/od ostruzione alla giustizia.
La coppia, inoltre, nega che Ethan avesse libero accesso alla rastrelliera che conteneva anche la pistola usata nella strage. Quest'ultima era da poco stata acquistata dal padre - pare come regalo per il giovane - come confermato dai diversi post social di mamma e figlio.
Famiglia non particolarmente integrata nella comunità, i Crumbley, aveva una cultura molto aperta per quanto riguarda le armi e la madre era solita portare con sé il 15enne a fare pratica al poligono di tiro. Era stato così anche durante il fine settimana prima dell'assalto dove il figlio aveva fatto pratica con la nuova pistola: una 9mm della Sig Sauer.
Sempre lei aveva apertamente ignorato gli appelli della scuola relativi ai problemi del ragazzo. L'ultimo era stato quello di un insegnante che aveva avvisato la direzione che lo aveva pizzicato mentre navigava con il suo cellulare, cercando di acquistare delle munizioni. «No non sono arrabbiata con te, la prossima volta cerca di non farti beccare», aveva scritto la donna al ragazzo.