La decisione del governo si fonda su tre argomenti giuridici espressi dal Consiglio costituzionale
PARIGI - Ieri il governo francese, nell'ambito delle nuove misure anti-coronavirus, ha deciso di limitare a partire da lunedì prossimo (e per le successive tre settimane) i raduni, sia all'aperto che al chiuso. Con una sola eccezione: quelle a carattere politico.
Gli eventi all'aperto potranno avere al massimo 5000 partecipanti, quelli al chiuso non più di 2000 - ma i provvedimenti non si applicano se si tratta di comizi elettorali. Come mai? Lo ha spiegato il primo ministro Jean Castex: «L'attività politica ed elettorale è soggetta a specifiche disposizioni della nostra legge costituzionale che le forniscono una tutela ancora più forte, quindi è chiaro che i provvedimenti che ho annunciato non riguardano le assemblee politiche».
La decisione governativa si fonda su tre argomenti giuridici espressi dal Consiglio costituzionale. Il 31 maggio è stato stabilito che «l'organizzazione delle riunioni non può essere pregiudicata dalla legge sull'emergenza sanitaria». Una deroga ribadita nelle decisioni del 5 agosto e del 9 novembre scorso. I raduni politici «procedono dalla libertà di riunione, che è una libertà fondamentale garantita dalla Costituzione». C'è infine l'articolo 58 della Costituzione francese, che regola l'organizzazione delle elezioni presidenziali.