È stata comunicata oggi la sentenza contro la 60enne che aveva adescato diverse minorenni per poi darle in pasto all'ex.
Le sue ultime parole:«Aver conosciuto Epstein è il più grande rammarico. Era un uomo manipolativo e padrone di sé. Mi ha ingannata. Mi dispiace per il dolore che ho creato».
WASHINGTON - È stata condannata a 20 anni di prigione la 60enne socialite britannica Ghislaine Maxwell. Sei mesi fa una giuria di New York l'aveva ritenuta colpevole di aver adescato e manipolato minorenni tra il 1994 e il 2004 perché fossero sessualmente abusate dal finanziere Jeffry Epstein, il suo ex fidanzato suicidatosi in cella mentre attendeva un processo per la stessa vicenda.
«Il mio più grande rammarico» - «È il più grande rammarico della mia vita aver conosciuto Epstein», ha detto la Maxwell prima della lettura della sentenza. La donna, con addosso una uniforme carceraria blu e le caviglie incatenate, ha definito il suo ex fidanzato come un «uomo manipolativo, furbo e padrone di sé» che ha ingannato tutti nella sua orbita, e si è detta «dispiaciuta» per il dolore che le sue vittime hanno subito. Finisce così, almeno per ora, uno dei processi che ha fatto più scalpore in America e nel mondo, in particolare nel Regno Unito, altro Paese dove la donna vantava amicizie altolocate. Anche a Buckingham Palace.
Le due testimoni che l'hanno inchiodata - Per la lettura della sentenza c'erano anche Annie Farmer e una donna nota come "Kate", due delle quattro accusatrici. Sono state loro a inchiodare Maxwell con testimonianze coraggiose e strazianti che hanno convinto la giuria.
«Era un predatore» - L'accusa aveva chiesto una condanna tra i 30 e i 55 anni denunciando la sua condotta «scandalosamente predatoria», con uno «spietato disprezzo per gli altri esseri umani». «È stata una criminale calcolatrice, sofisticata e pericolosa che predava ragazzine vulnerabili e le istruiva per gli abusi sessuali», avevano attaccato i pubblici ministeri nella requisitoria, facendo riferimento al fatto che le vittime erano in genere minorenni povere e con storie difficili alle spalle.
«Infanzia difficile» - La difesa aveva invece chiesto invece una pena «ben al di sotto» dei vent'anni, non oltre 5-6 anni, sostenendo che la donna è il capro espiatorio dei crimini di Epstein e invocando la sua infanzia «difficile, traumatica, con un padre prepotente, narcisista ed esigente». Un riferimento a Robert Maxwell, ex magnate dell'editoria ed ex deputato britannico morto cadendo dal suo yacht in circostanze misteriose. Una infanzia che l'avrebbe resa «vulnerabile ad Epstein, che incontrò subito dopo la morte del padre: fu il più grande errore della sua vita».
Il giurato "disonesto" - La difesa ha pure tentato inutilmente di far annullare il processo per la mancata dichiarazione da parte di un giurato di essere stato vittima di abusi. E aveva lamentato le dure condizioni di detenzione della donna al Metropolitan Detention Center di Brooklyn, paragonandole a quelle di Hannibal, il serial killer interpretato da Anthony Hopkins nel film "Il silenzio degli innocenti".
Anche i potenti tremano - La Maxwell è stata posta negli ultimi giorni sotto sorveglianza anti-suicidio, per il timore che si possa togliere la vita come aveva fatto Epstein nel 2019. L'intera vicenda, dall'arresto del finanziere a quello della sua ex fidanzata, aveva fatto tremare il mondo del jet set tra le due sponde dell'Atlantico: nel giro della coppia c'erano personaggi come Bill Clinton, Bill Gates, Donald Trump e il principe Andrea, che ha pagato un indennizzo milionario per chiudere la causa per molestie intentatagli da Virginia Giuffre, una delle "prede" di Maxwell. Una causa che ha creato non poco imbarazzo nella corte inglese.