Nella giornata di oggi Mosca ha alzato i toni contro l'Occidente, reo di sostenere Kiev fornendogli le armi.
Una nuova minaccia, questa, che di fatto preclude ogni possibilità di rallentamento della guerra. L'unico spiraglio? Il dossier sul grano.
MOSCA - Mosca alza il tiro contro gli americani e i suoi alleati, avvertendoli che continuare a sostenere Kiev equivale ad avvicinarsi «pericolosamente a uno scontro militare aperto con la Russia», che potrebbe anche degenerare in un «conflitto nucleare».
Questa nuova minaccia, di fatto, chiude ogni possibilità di rallentamento dell'offensiva sull'Ucraina, che procede nel Donbass, anche se affronta più ostacoli del previsto al sud. L'unico spiraglio di diplomazia si intravede per il dossier grano: domani le parti si incontreranno a Istanbul, con la mediazione di Onu e Turchia.
Le armi occidentali, che continuano ad arrivare a Kiev, hanno consentito agli ucraini di tenere testa alle truppe d'invasione russe, rallentando la loro avanzata. Per Mosca tutto questo equivale ad aver «provocato un'escalation della crisi e scatenato un violento confronto ibrido con la Russia», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. Mettendo in guardia gli alleati di Kiev che tutto questo può portare ad «un conflitto armato diretto tra potenze nucleari», con «il rischio di un'escalation nucleare».
Parole non troppo dissimili da quelle pronunciate nei giorni scorsi da Vladimir Putin, che aveva sfidato così americani ed europei: «Se vogliono sconfiggerci sul campo di battaglia, ci provino». D'altra parte secondo il suo principale alleato, Alexander Lukashenko, l'Occidente sta già «elaborando piani strategici di attacco contro la Russia attraverso l'Ucraina e la Bielorussia».
La retorica di Mosca appare anche come un'implicita giustificazione alla prosecuzione dell'offensiva in Ucraina. Lo ha fatto intendere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, affermando che una ripresa dei colloqui tra le parti al momento è fuori discussione.
Qualcosa sembra muoversi invece sulla questione del grano. Domani è in programma un incontro tra Russia, Ucraina e Onu e Istanbul, a livello di delegazioni militari, per discutere di come aprire corridoi marittimi per l'esportazione dei cereali. Mosca chiede d'ispezionare le navi per verificare che non portino armi, Kiev sarebbe favorevole ma solo con ispettori terzi e vuole garanzie che i russi non ne approfittino per attaccare.
Poi c'è il nodo dello sminamento dei porti. L'Onu, che sta negoziando da diverse settimane con il sostegno di Ankara, spera in una svolta. E c'è grande attesa anche per un incontro tra Putin ed Erdogan il 19 luglio a Teheran, il primo da quando è iniziata la guerra. I due leader parteciperanno a una trilaterale con l'Iran dedicata alla Siria, ma ci sarà spazio anche per un bilaterale proprio sull'Ucraina.
In attesa che la diplomazia produca qualche effetto, le armi rimangono protagoniste del conflitto. Secondo l'intelligence britannica, i russi stanno facendo piccoli progressi nella regione di Donetsk mantenendo pressione sulle truppe ucraine, mentre si raggruppano in vista di ulteriori offensive nel prossimo futuro. In particolare intorno a Bakhmut, Siversk, Sloviansk e Kramatorsk. Colmando le elevate perdite con il ricorso al reclutamento nelle carceri. Al sud l'Armata colpisce quotidianamente Mykolaiv, nel tentativo di far cadere l'importante città del Mar Nero, in vista di un possibile assalto a Odessa. Dopo gli ultimi raid si contano almeno dodici feriti.
Gli sforzi degli ucraini si concentrano proprio sul fronte meridionale, dopo l'ordine di Volodymyr Zelensky di riconquistare tutta la costa. Kiev ha rivendicato di aver condotto un attacco missilistico a lungo raggio contro attrezzature militari e truppe del nemico nella regione di Kherson, a Nova Kakhovka. Uccidendo oltre 50 soldati, incluso un generale, e distruggendo artiglieria, blindati e un magazzino di munizioni. Un raid effettuato dopo l'arrivo dagli Stati Uniti di nuove unità di artiglieria Himars, moderne e precise. La versione delle forze occupanti, invece, è che gli ucraini hanno colpito infrastrutture civili uccidendo sette persone e provocando 80 feriti.