Cerca e trova immobili

UCRAINASpiragli sul grano ucraino, ma non sul cessate il fuoco

13.07.22 - 22:00
A Istanbul le delegazioni hanno fatto passi significativi verso un'intesa che permetterà la ripresa delle esportazioni.
Keystone
Fonte Alberto Zanconato (ANSA)
Spiragli sul grano ucraino, ma non sul cessate il fuoco
A Istanbul le delegazioni hanno fatto passi significativi verso un'intesa che permetterà la ripresa delle esportazioni.
Intanto anche oggi le forze d'invasione russe hanno continuato la loro lenta avanzata nel Donbass, mentre le bombe hanno continuato a cadere su diverse regioni.

KIEV - Se nessuno spiraglio si vede ancora per un cessate il fuoco in Ucraina, una schiarita si registra per una possibile intesa che permetta la ripresa delle esportazioni di grano dai porti ucraini del Mar Nero.

Dopo ore di trattative ospitate a Istanbul tra delegazioni militari di Russia, Ucraina, Turchia e rappresentanti dell'Onu, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto che «passi significativi» sono stati fatti verso una soluzione, che a suo parere potrebbe essere raggiunta già durante un nuovo incontro fra le parti programmato la settimana prossima nella megalopoli turca, dove potrebbe volare lui stesso.

Secondo il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, è stata trovata un'intesa di principio su dettagli tecnici come i controlli all'entrata e all'uscita dai porti e su come creare corridoi sicuri per la navigazione. Le parti inoltre hanno concordato di mantenere Istanbul come centro di coordinamento per i corridoi. In precedenza Mosca si era detta pronta ad assistere il trasporto di grano a condizione che ci sia la possibilità di un controllo delle navi e d'ispezioni per escludere il contrabbando di armi.

Le forze d'invasione continuano intanto la loro lenta avanzata nel territorio del Donbass. Le milizie dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, alleata di Mosca, hanno detto di avere conquistato la località di Seversk, nella provincia di Donetsk. Mentre i bombardamenti russi sono proseguiti nelle ultime 24 ore su diverse regioni lungo la linea che nell'est del Paese divide le forze di Mosca e quelle di Kiev. Da Sumy, nel nord, a Kharkiv, dove secondo il governatore un civile è rimasto ucciso e altri cinque feriti. E poi più a sud la provincia di Donetsk, dove le autorità locali denunciano la morte di un civile e il ferimento di altri cinque nella località di Bakhmut.

Ancora più a sud, a Zaporizhzhia, due missili russi hanno provocato il ferimento di sette persone, secondo l'amministrazione militare regionale. A ovest della Crimea, invece, le autorità ucraine denunciano un bombardamento compiuto con ben 28 missili nella regione di Mykolayv, che avrebbe danneggiato anche un ospedale e alcuni edifici civili.

Nel suo report quotidiano l'intelligence militare britannica si dice convinta che i russi continueranno a conquistare piccole città del Donbass, ma i loro obiettivi principali restano le città di Sloviansk e Kramatorsk. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky assicura che i russi saranno sconfitti, grazie alle nuove armi inviate dall'Occidente, e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba afferma che Kiev non accetterà alcuna concessione territoriale per raggiungere una pace negoziata. Da parte loro gli Usa corroborano l'ipotesi di gravi carenze di armamenti delle forze russe rilanciando l'accusa all'Iran di fornire un sostegno a Mosca, specie con la fornitura di droni. Affermazioni smentite sia dall'Iran sia dalla Russia, che parla di «pura disinformazione».

Il pericoloso braccio di ferro sul blocco imposto dalla Lituania alle merci dirette a Kaliningrad sembra intanto poter rientrare, dopo che la Commissione europea ha aggiornato le sue linee guida sulla gestione del traffico attraverso il territorio Ue dei beni tra la Russia e la sua exclave. Il traffico dei beni sanzionati sarà consentito solo via ferrovia e non comprenderà la tecnologia a doppio uso, mentre resta lo stop al traffico via camion. «Una dimostrazione di realismo e buon senso», ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

Ma a fomentare le tensioni con l'Occidente è anche la vicenda dei cittadini stranieri fatti prigionieri mentre combattevano al fianco delle truppe di Kiev. Il capo dell'autoproclamata Repubblica del Donetsk (Dpr), Denis Pushilin, ha affermato che se la Corte suprema di questa entità confermerà le condanne a morte di quelli che vengono considerati mercenari, questi saranno giustiziati da un plotone di esecuzione. Tutti i prigionieri stranieri hanno presentato appello contro la sentenza capitale.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE