La commissione, nella sua ultima udienza pubblica, attacca nuovamente l'ex presidente.
«Non solo non ha fatto niente per fermare l'assalto al Congresso, ma si è seduto davanti al piccolo schermo per godersi lo spettacolo».
WASHINGTON - Donald Trump non solo non ha fatto niente per fermare l'assalto al Congresso, ma si è seduto davanti al piccolo schermo per godersi lo spettacolo. Insomma ha infranto la legge e abdicato ai suoi doveri rifiutandosi di facilitare l'intervento delle forze dell'ordine per placare la protesta violenza. È la pesante accusa della commissione d'inchiesta sul 6 gennaio che, minuto per minuto, ricostruisce per gli americani quelle poco più di tre ore che hanno sconvolto l'America.
Nella sua ultima udienza pubblica la commissione presenta infatti la sua «arringa finale» e lo fa con dettagli inediti di quei 187 minuti, dalle 13.10 alle 16.17 del 6 gennaio, ovvero da quando l'ex presidente incitò la folla a marciare a Capitol Hill a quando postò un breve video per chiedere ai suoi fan di andare a casa.
Un arco temporale, come riferito dai testimoni, in cui lo staff di Trump ha cercato di convincere il tycoon ad agire e fermare l'insurrezione. Un pressing serrato che non è servito a nulla per ore se non a irritare ancora di più l'allora presidente.
Il giorno successivo, il 7 gennaio, la pressione su Trump era rimasta elevata con i suoi consiglieri intenti a convincerlo a parlare al Paese e condannare la violenza.
Secondo quanto emerge dalle prove raccolte dalla commissione, il tycoon alla fine aveva ceduto ma controvoglia. Per oltre un'ora provò a registrare faticosamente un videomessaggio senza però condannare i manifestanti e, soprattutto, rifiutandosi ancora una volta di dichiarare le elezioni chiuse.
La dettagliata ricostruzione offerta dalla commissione ha l'obiettivo di far capire agli americani quanto Trump «è pericoloso e inadeguato» per la Casa Bianca, spiega Liz Cheney, la deputata repubblicana membro della commissione speciale.
Un ruolo che le ha attirato l'ira dei conservatori e del tycoon ma che, secondo la figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney, «è la cosa più importante» che ha mai fatto nella sua carriera e «probabilmente la cosa più importante» che mai farà professionalmente anche se dovesse costarle il suo posto alla Camera.
«Non guardo» al ruolo nella commissione con la «lente politica», dice. Il suo obiettivo da repubblicana è svelare chi è realmente Trump agli americani, soprattutto ai conservatori, cercando di evitare il ripetersi del 2020.