Il Paese scandinavo è il solo a rilasciare visti a turisti provenienti dalla Russia, a luglio ha accolto 185mila persone
La decisione del governo di Helsinki ha acceso il dibattito interno, c'è chi vuole guadagnare alle spese dei turisti di Mosca e chi invece vuole chiudere le frontiere.
HELSINKI - L’adesione della Finlandia alla Nato ormai è solo una questione di tempo. Dopo l’intesa trovata con la Turchia di Erdogan, l’Alleanza Atlantica è pronta a estendere i suoi confini a est. Il processo però non è ancora concluso, ufficialmente il paese scandinavo si trova ancora alle porte della Nato. Una situazione di stallo che sta permettendo a molti russi di passare ancora le vacanze estive nel Paese limitrofo. In seguito dell’invasione all’Ucraina infatti, tutti i Paesi dell’Ue hanno chiuso le proprie frontiere ai turisti dell’est. Tutti i Paesi tranne appunto la Finlandia.
Un fiume di turisti - Il paradosso ha acceso il dibattito all’interno del Paese. Non tutti infatti vedono di buon occhio il corridoio turistico che si è creato durante gli ultimi mesi. Il fenomeno è esploso verso la fine del mese di giugno, quando la revoca delle restrizioni anti-codiv in Finlandia aveva coinciso con misure simili in Russia. L’afflusso di turisti è aumentato quotidianamente raggiungendo il picco di 185mila persone a luglio.
«La situazione è insopportabile - si è sfogato Jukka Kopra, parlamentare del Partito di coalizione nazionale - Gli ucraini vengono uccisi, compresi civili, donne e bambini, e allo stesso tempo i russi trascorrono le vacanze nell'Ue». Anche Aki Lindén, leader dei socialdemocratici si è espressa per un intervento immediato: «Personalmente, penso che le restrizioni debbano essere rafforzate», ha detto all'agenzia di stampa Afp.
Affari a gonfie vele - Ad approfittare della nuova situazione non ci sono soltanto i turisti russi. Le compagnie di autobus di San Pietroburgo che permettono il collegamento con Helsinki, stanno infatti registrando numeri di prenotazioni da record. A causa delle sanzioni, la tratta ferroviaria è stata infatti sospesa, rendendo di fatto il bus il mezzo più rapido per giungere nella capitale scandinava. «Nelle ultime settimane, i nostri pullman sono sistematicamente pieni. Le persone vogliono approfittare di un viaggio più facile», ha detto all'Afp Sergei Ivanov, della società Balt Car.
Dal coro d'indignazione per la facilità con cui i turisti russi si recano in Finlandia, sono emerse anche voci controcorrenti. «Per come la vedo io, dovremmo prendere i loro soldi - ha scritto su twitter Veikko Vallin, membro del Partito socialdemocratico - Il boom del commercio sarebbe positivo soprattutto per la Finlandia orientale: l'occupazione migliorerebbe, molti avrebbero una tregua dalle difficoltà finanziarie e le entrate fiscali aumenterebbero».
In linea con le sanzioni dell'Ue - La decisione del governo finlandese di continuare a rilasciare visti turistici ai cittadini russi non viola le sanzioni imposte dall’Ue. Le misure infatti mirano a colpire l’élite del Cremlino e le risorse che finanziano la guerra, non i semplici cittadini. Il regolamento Schengen prevede però un controllo minuzioso singolarmente per ogni caso prima del rilascio del visto. La scelta della Finlandia fa discutere ancora perché molti paesi, dopo lo scoppio della guerra, hanno optato a una chiusura totale delle frontiere. Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia non accettano più i turisti russi. Il dibattito interno alla Finlandia ha già attirato l’attenzione vigile di Mosca, che si è detta pronta a intervenire nel caso in cui anche il Paese scandinavo decidesse di revocare i visti turistici.