Reazioni ironiche e di condanna al videomessaggio di stamattina, annunciate manifestazioni di protesta per questa sera
MOSCA - L'annuncio giunto questa mattina della mobilitazione parziale in Russia non ha granché sorpreso l'opinione pubblica locale, che lo aspettava già ieri sera e che l'ha ascoltato con svariate ore di ritardo rispetto a quanto annunciato. Anche quella ucraina non è apparsa meravigliata, a giudicare dalle reazioni dei media e delle autorità di Kiev.
L'ironia di Kiev - Mykhailo Podolyak, stretto consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha fatto ricorso su Twitter all'ironia. «210° giorno della "guerra dei tre giorni". I russi che hanno chiesto la distruzione» dell'Ucraina «hanno finito per ottenere: 1. Mobilitazione. 2. Chiusura delle frontiere, blocco dei conti bancari. 3. Prigione per diserzione. Tutto è ancora secondo i piani, giusto? La vita ha un grande senso dell'umorismo».
Non un fulmine a ciel sereno - Una dichiarazione che non giunge come un fulmine a ciel sereno e, soprattutto, all'indomani della conferma che si procederà con i referendum per l'annessione alla Russia nei territori occupati. Aree nelle quali «ora c'è un sostegno estremamente limitato alla Russia», dichiara il corrispondente del Guardian Luke Harding, che si trova a Kharkiv. «Qualsiasi tipo di voto sarà del tutto falso. Voglio dire, il paradosso è che con la sua invasione, Putin ha davvero consolidato l'Ucraina come stato, e qualunque differenza c'era è in qualche modo svanita».
Vitali Klitschko, sindaco di Kiev, ha dichiarato: «La mobilitazione e le minacce nucleari annunciate da Putin non aiuteranno l'aggressore nel suo tentativo di conquistare e distruggere l'Ucraina e gli ucraini. Il tiranno ha finalmente avviato i processi che lo seppelliranno nel suo paese. E il mondo civile deve finalmente comprendere che il male va estirpato dalle radici, e non parlare d'illusori “negoziati di pace”».
«La vigilia della vittoria o della guerra nucleare» - Ieri Margarita Simonyan, caporedattore di Russia Today, ha dichiarato che «questa settimana segna la vigilia della nostra rapida vittoria o la vigilia della guerra nucleare», evocando il possibile ricorso russo ad armi atomiche. La stessa cosa ha fatto Vladimir Putin, dicendosi convinto che «si stia conducendo un ricatto nucleare contro la Russia» e ammonendo: «Chiunque tenti di ricattarci in questo modo dovrebbe sapere che la rosa dei venti può girare nella loro direzione».
«Sviluppo cattivo e sbagliato» - Non si sono fatte attendere le reazioni da parte delle cancellerie internazionali. A Berlino il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck ha parlato di «sviluppo cattivo e sbagliato». L'ambasciatrice statunitense a Kiev, Bridget A. Brink, ritiene che l'annuncio dei «falsi referendum» e della mobilitazione parziale «sono segni di debolezza, di fallimento» da parte della Russia.
Il primo ministro ceco Petr Fiala ha dichiarato: «È un tentativo d'intensificare ulteriormente la guerra lanciata dalla Russia in Ucraina e un'ulteriore prova che la Russia è l'unico aggressore. Gli aiuti all'Ucraina sono necessari e dobbiamo continuare a farlo nel nostro stesso interesse». Il premier olandese Mark Rutte ha aggiunto: «La retorica di Putin sulle armi nucleari è qualcosa che abbiamo già sentito molte volte e ci lascia indifferenti. Consiglierei di mantenere la calma».
I dettagli della mobilitazione - La mobilitazione, come spiegato dal presidente russo Vladimir Putin, riguarda i cittadini che fanno parte della riserva e quelli che hanno già prestato servizio nei ranghi delle Forze armate russe. In cifre: 300mila persone. I coscritti, prima di essere inviati alle unità, riceveranno un addestramento speciale. «Ho già dato istruzioni complete e al più presto al governo e al ministero della Difesa di determinare lo status giuridico dei volontari e dei combattenti della Repubblica popolare di Lugansk e di quella di Donetsk. Dovrebbe essere lo stesso del personale militare regolare» ha sottolineato Putin nel corso del suo videomessaggio.
Putin «ha accettato il consiglio dei militari» - Finora Putin era stato molto restio a ricorrere alla mobilitazione, parziale o totale, nonostante lo stallo nel conflitto. Il motivo? Il timore di reazioni negative nell'opinione pubblica. Ma ora «ha accettato il consiglio dei suoi militari ed è tornato» a far balenare lo spettro nucleare «nel contesto di presunte minacce» occidentali dello stesso tenore, ha dichiarato l'ex ambasciatore britannico in Russia Sir Tony Brenton a Sky News. «Ora, non so se ci creda o no, ma ovviamente è un passo avanti molto significativo nella retorica» della "operazione militare speciale". Che, da oggi, è sempre più simile a una vera guerra.
I russi che non ci stanno - Putin ha fatto la sua mossa, ma come reagirà l'opinione pubblica e specialmente chi rischia di dover prendere parte a un conflitto che, è impossibile negarlo, ha preso una brutta piega per la Russia? La popolazione accetterà l'ordine di mobilitazione o ci saranno delle opposizioni? Il collettivo di hacker Anonymous afferma di aver saputo, da fonti russe, che «sono in programma massicce proteste contro l'ordine di mobilitazione».
Navalny: «È un'enorme tragedia» - Il dissidente russo Alexei Navalny ha commentato dal carcere: «Ora alcuni lavoratori di Kovrov, trentenni, saranno chiamati a morire da qualche parte vicino a Kherson. È un'enorme tragedia». La mobilitazione non riguarderà Mosca, ipotizza Navalny. «Chiama 50'000 persone da Mosca e domani 150'000 parenti protesteranno per strada».
«La guerra non è più "là fuori"» - Il movimento contro la guerra Vesna ha effettivamente lanciato una manifestazione su scala nazionale per le 19 ora locale (le 18 in Svizzera). Con la mobilitazione parziale «la guerra arriverà davvero in ogni casa e in ogni famiglia. Le autorità dicevano che avrebbero combattuto solo i “professionisti” e che avrebbero vinto. Si è scoperto che non stavano vincendo e i prigionieri hanno iniziato a essere reclutati al fronte. E ora è stata annunciata la mobilitazione» recita il duro post su Telegram di Vesna. Quindi la situazione è estremamente difficile. La guerra non è più "là fuori" - è arrivata nel nostro paese, nelle nostre case, per i nostri parenti. E devono morire per correggere gli errori del regime di Putin, che ha fatto precipitare la Russia in un massacro mostruoso, nell'isolamento e nella povertà».
«Ci vorranno mesi per vederli combattere» - Anche gli osservatori internazionali non sono stupiti dalla mossa del Cremlino. Ieri il generale in pensione statunitense Ben Hodges, ex comandante delle forze Usa in Europa ed esperto del Washington Center for the Analysis of European Policy, aveva dichiarato che, in caso di mobilitazione in Russia, ci sarebbero voluti diversi mesi per equipaggiare e addestrare nuovi soldati, prima che questi venissero inviati a combattere sul fronte ucraino.
Attesa per i commenti di Lavrov - C'è parecchia attesa per quello che potrebbe dire il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che nelle scorse ore ha raggiunto gli Stati Uniti per partecipare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
L'annuncio nella Giornata della Pace - Tutto ciò arriva mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ricorda a tutti che «la pace è l'unico percorso pratico verso un mondo migliore per tutti. Eppure in troppi posti stiamo fallendo la causa della pace». In occasione della Giornata della Pace che si celebra oggi, «esorto tutti a promuovere la pace: pace per il nostro pianeta e per quei milioni di persone che oggi vivono gli orrori della guerra».