Il vice ministro degli Esteri cinese ha respinto le critiche sulle violenze ai danni delle minoranze musulmane.
PECHINO - La Cina respingerà tutti i tentativi per contenere il suo sviluppo tramite mezzi come la politicizzazione dei diritti umani, evitando i «giochi a somma zero», la «legge della giungla» o una «nuova Guerra Fredda». Il vice ministro degli Esteri Ma Zhaoxu, in una conferenza stampa a margine dei lavori del XX Congresso nazionale del Partito comunista, ha detto che Pechino «respinge le interferenze nei suoi affari interni sotto la bandiera dei diritti umani», citando i tentativi di «contenimento della Cina attraverso la questione dello Xinjiang».
Violenze ai danni delle minoranze musulmane - Si tratta della regione del nordovest sotto osservazione a livello internazionale per le violazioni dei diritti umani commesse dal governo centrale ai danni delle minoranze musulmane, in prevalenza di etnia uigura.
«Non accetteremo giochi a somma zero o la legge della giungla», ha aggiunto il vice ministro, per il quale la Cina è impegnata in una politica estera di pace, avendo «una determinazione e una risolutezza incrollabili nella tutela della sovranità nazionale» di fronte alle interferenze ingiustificate.
Il Principio dell'Unica Cina - Pechino ha difeso con forza il principio della Unica Cina e lottato contro «le mosse anti-cinesi per attaccare e diffamare», proiettandosi sulla governance globale «con ampiezza, profondità e intensità senza precedenti», fino a diventare il pilastro «del vero multilateralismo».
La Cina ha intensificato gli sforzi negli ultimi 10 anni per sviluppare un servizio diplomatico con un'agenda globale e multilivello ancora in fase di definizione: il numero di Paesi che hanno stabilito relazioni diplomatiche è aumentato da 172 a 181. Mentre 149 Paesi e 32 organizzazioni internazionali sono state attratte alla Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta.
«È sotto la guida del 'Pensiero sulla diplomazia' del presidente Xi Jinping che abbiamo aperto un nuovo percorso di diplomazia dei grandi Paesi con caratteristiche cinesi», ha osservato Ma, descrivendo la leadership del Pcca come «la radice e l'anima» della diplomazia cinese.