Secondo uno studio, un quinto dei cagnolini importati dall'estero provengono dal traffico illecito di animali
VIENNA - Durante la pandemia si è registrato un forte aumento del traffico illegale di cuccioli di cane. È quanto risulta da uno studio reso pubblico quest'oggi effettuato dall'Università di Medicina Veterinaria di Vienna.
Dal sondaggio online, al quale hanno preso parte 227 veterinari operativi in Svizzera, Austria e Germania, è emersa una notevole crescita del commercio illegale di giovani animali, nonché un aumentato significativo del numero di cuccioli malati.
Il 73% degli intervistati ha affermato di aver riscontrato un incremento dei trattamenti durante la prima ondata della pandemia. Inoltre, il 42% dei veterinari ha confermato che all'incirca un quinto dei cani importati dall'estero provengono con buona probabilità dal traffico illecito. Solo il 4% ha dichiarato di non nutrire alcun sospetto riguardo a una probabile provenienza illegale dei cuccioli.
Secondo i medici intervistati, i cagnolini stranieri sono giunti per la maggior parte dalla Romania (73%), dall'Ungheria (61%) e dalla Bulgaria (43%) e circa un quarto di loro non era in salute oppure ha contratto una malattia poco dopo l'arrivo nel paese di destinazione. Gli interventi riguardavano per lo più la presenza di parassiti come vermi, pulci o acari.
A detta dei veterinari, le persone che acquistano animali provenienti dal commercio illegale vengono spesso tratte in inganno da promesse fasulle. In questi casi infatti i commercianti mentono sul pedigree o sullo stato delle vaccinazioni, oppure pubblicizzano i cagnolini in vendita mediante foto false e siti internet fuorvianti.