La prigionia raccontata dal campione tedesco in un'intervista televisiva: «Ho provato la fame per la prima volta»
BERLINO - È stato un evento mediatico di quelli da ricordare l'intervista di ieri sera al canale tedesco Sat1 dell'ex-campione Boris Becker. Il tennista tedesco, lo ricordiamo, ha passato 8 mesi in carcere nel Regno Unito per illeciti finanziari ed è stato rilasciato solo settimana scorsa.
Umile e commosso, Becker ha raccontato in intervista la sua esperienza dietro le sbarre: «La prigione mi ha cambiato, ho imparato la lezione nella maniera più dura e dolorosa possibile», spiega, «lì non ero Boris, in prigione non sei nessuno, sei solo un numero e il mio era A2923EV. Per il resto a nessuno frega un ca**o da dove vieni o chi eri prima di finire in carcere».
8 mesi che, sul corpo del tedesco hanno pesato come anni. Capelli più radi, guance incavate Becker ha parlato anche delle privazioni: «Ho perso quasi 10 kg, mi capitava di andare a letto con la fame. Era la prima volta in vita mia che ho provato quella sensazione».
L'ex-atleta non nasconde le sue responsabilità: «Ero colpevole? Certo che sì... Malgrado questo prima della sentenza pregavo tutti i giorni. Alla fine devo dire che mi è andata anche bene, sono stato ritenuto colpevole solo di 4 dei 29 capi d'accusa. Altrimenti sarei rimasto in carcere molto di più».
L'impatto con la detenzione è stato particolarmente duro, i primi giorni - infatti - li ha trascorsi nell'affollato e malfamato carcere londinese di Wandsworth: «Speravo in una camera a due, invece in cella eravamo in quattro. Ero terrorizzato, avevo paura di qualsiasi cosa, di andare in bagno, di fare la doccia. Restavo nascosto negli angoli. Fortunatamente un gruppetto di detenuti, che mi aveva riconosciuto, mi ha preso in simpatia e mi ha protetto».
«Quello che ti ammazza è il non fare niente», continua Becker che durante l'intervista trattiene a stento le lacrime, «prima che ti assegnino un lavoro passano diverse settimane. A me è capitata una cosa strana, mi hanno chiesto se volessi insegnare inglese e matematica. Così ho finito per insegnare inglese agli inglesi».