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GERMANIA«In prigione sei solo un numero... non ero Boris Becker ma il detenuto A2923EV»

21.12.22 - 10:13
La prigionia raccontata dal campione tedesco in un'intervista televisiva: «Ho provato la fame per la prima volta»
20 Minuten/SAT1
«In prigione sei solo un numero... non ero Boris Becker ma il detenuto A2923EV»
La prigionia raccontata dal campione tedesco in un'intervista televisiva: «Ho provato la fame per la prima volta»

BERLINO - È stato un evento mediatico di quelli da ricordare l'intervista di ieri sera al canale tedesco Sat1 dell'ex-campione Boris Becker. Il tennista tedesco, lo ricordiamo, ha passato 8 mesi in carcere nel Regno Unito per illeciti finanziari ed è stato rilasciato solo settimana scorsa

Umile e commosso, Becker ha raccontato in intervista la sua esperienza dietro le sbarre: «La prigione mi ha cambiato, ho imparato la lezione nella maniera più dura e dolorosa possibile», spiega, «lì non ero Boris, in prigione non sei nessuno, sei solo un numero e il mio era A2923EV. Per il resto a nessuno frega un ca**o da dove vieni o chi eri prima di finire in carcere».

8 mesi che, sul corpo del tedesco hanno pesato come anni. Capelli più radi, guance incavate Becker ha parlato anche delle privazioni: «Ho perso quasi 10 kg, mi capitava di andare a letto con la fame. Era la prima volta in vita mia che ho provato quella sensazione».

L'ex-atleta non nasconde le sue responsabilità: «Ero colpevole? Certo che sì... Malgrado questo prima della sentenza pregavo tutti i giorni. Alla fine devo dire che mi è andata anche bene, sono stato ritenuto colpevole solo di 4 dei 29 capi d'accusa. Altrimenti sarei rimasto in carcere molto di più».

L'impatto con la detenzione è stato particolarmente duro, i primi giorni - infatti - li ha trascorsi nell'affollato e malfamato carcere londinese di Wandsworth: «Speravo in una camera a due, invece in cella eravamo in quattro. Ero terrorizzato, avevo paura di qualsiasi cosa, di andare in bagno, di fare la doccia. Restavo nascosto negli angoli. Fortunatamente un gruppetto di detenuti, che mi aveva riconosciuto, mi ha preso in simpatia e mi ha protetto».

«Quello che ti ammazza è il non fare niente», continua Becker che durante l'intervista trattiene a stento le lacrime, «prima che ti assegnino un lavoro passano diverse settimane. A me è capitata una cosa strana, mi hanno chiesto se volessi insegnare inglese e matematica. Così ho finito per insegnare inglese agli inglesi».

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COMMENTI
 

Mirschwizer 2 anni fa su tio
A2923EV se sei stato li è perchè te lo meritavi ...

Güglielmo 2 anni fa su tio
embè cosa volevi un trattamento di favore perchè eri capace di usare una racchetta e tre palline....

italo luigi 2 anni fa su tio
Speriamo gli serva da lezione.....Certo chi risarcisce i danneggiati (e ingenui...)?

Lux Von Alchemy 2 anni fa su tio
Per reati di questo tipo, dovrebbe cambiare il sistema giuridico.

Sarà 2 anni fa su tio
Risposta a Lux Von Alchemy
@Lux Von Alchemy In che senso cambiare il sistema giuridico?

Mirschwizer 2 anni fa su tio
Risposta a Lux Von Alchemy
Sei AV........ 2 ?

Panoramix il Druido 2 anni fa su tio
Al di là di tutto, la pena del carcere serve al recupero e al reinserimento nella società civile del reo.

Mao75 2 anni fa su tio
Pör ninín..... ha provato la fame? È cambiato X aver provato la normalità di troppa gente, ormai anche in Svizzera? E lo avranno pagato X raccontare il suo travaglio.

Capra 2 anni fa su tio
Ci mancherebbe altro !!!!!

carlo56 2 anni fa su tio
e mi pare anche giusto: in prigione non ci si finisce per meriti speciali e ci mancherebbe che si mantenessero i privilegi di fuori

Adegheiz 2 anni fa su tio
Risposta a carlo56
Raccogliamo qualche testimonianza qui e poi confrontiamo
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