XR chiama a sé 100mila persone per circondare il Parlamento britannico. Altri due gruppi sono pronti per la «resistenza civile»
LONDRA - Nelle ultime 24 ore a Londra c'è stato un divorzio. I tre gruppi di attivismo per il clima più importanti del Regno Unito hanno deciso di adottare visioni diverse sul modo in cui portare avanti le proteste. Se Extinction Rebellion, conosciuto a livello mondiale come il gruppo di disobbedienza civile per eccellenza, ha fatto un passo verso la diplomazia, Just Stop Oil e Insulate Britain sono invece sul piede di guerra e promettono una «resistenza civile» sempre più dura.
Il primo gennaio, con la scusa dei buoni propositi per il nuovo anno, Extinction Rebellion Uk ha comunicato sui suoi canali social un cambio di tattica. Il gruppo vuole sì essere presente, dimostrare che è in corso una lotta, ma senza per forza causare blocchi stradali o incorrere in arresti. Nel 2023 intende preferire costruire relazioni e «coinvolgere tutti nel nostro obiettivo, senza lasciare indietro nessuno, perché ognuno ha un ruolo da svolgere».
Ma, visto che «politici e dipendenti avidi e gonfi di profitti non porranno fine all'era dei combustibili fossili senza pressioni», XR invita 100mila persone ad «abbandonare i blocchi, la colla e la vernice» e a circondare il Palazzo di Westminster, sede del Parlamento britannico, il prossimo 21 aprile.
Come sottolineato dal Guardian, nel 2022 è stato introdotto il Police, Crime, Sentencing and Courts Act che dà alla polizia maggiore libertà per limitare le proteste che causano interruzioni, ad esempio i blocchi stradali.
Disaccordi nella lotta
Insulate Britain e Just Stop Oil hanno preso posizione martedì. «È il 2023 e XR ha mollato». JSO, in particolare, promette un passaggio dalla «disobbedienza alla resistenza civile» perché «stiamo andando dritti verso la perdita della società civile come la conosciamo oggi, perché le condizioni meteorologiche estreme colpiscono decine di milioni di persone, e il nostro Paese sta diventando irriconoscibile».
Il secondo gruppo si impegna anch'esso nella «resistenza civile», affermando che i partecipanti sono «pronti a farsi arrestare», e sottolineando che non c'è differenza tra ciò che cercano di fare e le proteste di infermieri, autisti delle ambulanze e ferrovieri che stanno avendo luogo in questi giorni. «Sanno che l'interruzione dei servizi pubblici è l'unico modo per richiedere cambiamenti che i governi non sono disposti o hanno paura di fare».