Il monito cinese: le politiche filo-occidentali del Giappone minano la sicurezza della Cina
PECHINO - Il Giappone rischia «di trasformarsi nell'Ucraina dell'Asia» se continua a seguire la linea strategica degli Stati Uniti: è il monito di un editoriale pubblicato nel weekend dal Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo cinese, secondo cui Tokyo sta cercando sempre più di giustificare la sua militarizzazione in corso con il pretesto delle cosiddette «minacce esterne».
Guardando intorno alla regione, «è il Giappone che sta spingendo la situazione regionale più vicino alla soglia di pericolo, seguendo da vicino la strategia statunitense. Se continua ad agire come una pedina degli Stati Uniti nella regione Asia-Pacifico per creare problemi, il Giappone deve stare attento a non diventare a sua volta una vittima degli Stati Uniti o addirittura un'Ucraina dell'Asia orientale».
Nel mirino, in particolare, è finito l'attivismo del premier nipponico Fumio Kishida che, concludendo sabato il suo viaggio tra i Paesi del G7 a Washington, ha dichiarato di aver condiviso con i leader del gruppo il suo «forte senso di crisi riguardo al contesto di sicurezza nell'Asia orientale. L'Ucraina potrebbe essere l'Asia orientale di domani». Kishida ha aggiunto che la sicurezza dell'Europa e dell'Indo-Pacifico sono «inseparabili».
Richiamando più attenzione verso la regione e le cosiddette preoccupazioni di sicurezza del Giappone da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati della Nato Kishida, ha aggiunto la testata della voce del Partito comunista cinese, «sta cercando di convincere gli altri Paesi occidentali che la Cina è la prossima 'più grande sfida' che deve essere affrontata congiuntamente dall'Occidente».
Il pilastro principale dei documenti giapponesi, inclusa la nuova Strategia di sicurezza nazionale, descrive la Cina come «la più grande sfida strategica» che Tokyo abbia mai affrontato, motivando l'aumento del suo budget per la difesa portato intorno ai 43'000 miliardi di yen (circa 320 miliardi di franchi) per il quinquennio dall'anno fiscale 2023.