È stata oggi approvata una legge a riguardo, farà da apripista contro il body shaming?
NEW YORK - New York vieta le discriminazioni contro chi ha chili di troppo, proteggendo la caratteristica del peso al pari della razza o del genere e facendo da apripista contro il body shaming negli Usa, dove oltre il 40% degli abitanti è tecnicamente obeso.
La svolta arriva con una legge approvata dall'assemblea cittadina a grande maggioranza (44 a 5) che il sindaco democratico Eric Adams è pronto a firmare entro fine mese. La normativa locale sui diritti umani già proibiva le discriminazioni (nei posti di lavoro, negli affitti e nei luoghi pubblici) sulla base di 27 caratteristiche, compresa l'età, lo stato civile, la disabilità e l'origine nazionale. Ora si è aggiunto il peso, insieme all'altezza, con l'eccezione dei lavori per i quali essi costituiscono «un autentico requisito professionale» o laddove sussista un problema di salute e sicurezza pubblica. La discriminazione legata al peso è «un fardello silenzioso che le persone hanno dovuto portare», ha osservato il consigliere comunale Shaun Abreu, che ha promosso il provvedimento. Abreu ha spiegato di essere diventato più consapevole del problema quando è ingrassato di oltre 18 kg durante l'isolamento dovuto al Covid e di avere visto un cambiamento nel modo in cui veniva trattato. «Le persone sovrappeso vengono discriminate senza appello e la società dice che va benissimo così», ha detto.
«Non è una questione di salute, ma di diritti civili», gli ha fatto eco Tegan Lecheler, direttore dell'Associazione nazionale per l'avanzamento dell'accettazione dei grassi. Il pregiudizio può comportare costi elevati, come la riduzione dei salari, soprattutto per le donne.
Durante le sedute pubbliche, i sostenitori della legge hanno citato la difficoltà nel trovare posti a sedere nei ristoranti e nei teatri, l'allontanamento da parte dei proprietari di alloggi e lo scontro con i limiti di peso nel programma di bike sharing della città. Non mancano le perplessità, come quelle di Joseph Borelli, leader della minoranza repubblicana del consiglio comunale della Grande Mela, preoccupato che la legge autorizzi i newyorkesi «a citare in giudizio chiunque e tutto». «Sono in sovrappeso ma non sono una vittima. Nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per me, a parte i bottoni della mia camicia», ha scherzato. Abreu spera invece che l'iniziativa possa incoraggiare altre città e Stati a fare altrettanto.
Il Michigan ha vietato le discriminazioni sul posto di lavoro a causa del peso sin dal 1976 mentre altri Stati hanno già visto presentare leggi analoghe a quelle della Grande Mela, come New York, Massachusetts, Vermont e New Jersey. Anche la capitale e San Francisco hanno in programma di seguire le orme di Nyc. Purtroppo nessuno combatte le cause di una obesità cresciuta a ritmi drammatici negli ultimi 20 anni, tra un'alimentazione sempre più ricca di grassi e zuccheri e una pubblicità dilagante di fast food.