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RUSSIAPutin "stacca la spina" a un altro trattato

29.05.23 - 19:58
Dopo la sospensione del New Start, viene ora meno anche l'intesa sulle Forze convenzionali in Europa (Cfe) del 1990
keystone-sda.ch (MIKHAEL KLIMENTYEV / SPUTNIK / K)
Fonte ats
Putin "stacca la spina" a un altro trattato
Dopo la sospensione del New Start, viene ora meno anche l'intesa sulle Forze convenzionali in Europa (Cfe) del 1990

MOSCA - Il presidente russo Vladimir Putin ha sancito la fine di un altro trattato di sicurezza ormai da tempo in stato di morte cerebrale. Viene infatti meno l'accordo sulle Forze convenzionali in Europa (Cfe), risalente al lontano 1990, il cui adeguamento del 1999 resosi necessario con il crollo dell'Unione Sovietica non era mai stato sancito dai paesi occidentali.

Se si considera la sospensione nei mesi scorsi da parte di Mosca del New Start con gli Usa sulla limitazione delle testate atomiche, si capisce come lo scontro in atto sull'Ucraina stia mettendo fine a tutte le regole scritte che dettavano gli equilibri strategici fin dai tempi della Guerra Fredda.

Non ci saranno conseguenze immediate per la fine del Cfe, ha affermato comunque il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Semplicemente, ha aggiunto, era diventato «uno strumento inservibile». E ora «un grande vuoto sta emergendo nel campo del controllo delle armi e della stabilità strategica» e tale vuoto «deve essere riempito urgentemente» con nuovi trattati.

Fin dal 2014, all'inizio dello scontro con l'Occidente sull'Ucraina, il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov aveva affermato che «nessun paese membro della Nato rispetta il Cfe» e per questo Mosca si era allontanata fin dal 2007. Ma le cose si sono fatte ben più tese dall'inizio del conflitto aperto, con le due parti intente a rafforzarsi nelle rispettive regioni europee.

E non solo. Mosca ha stigmatizzato oggi il recente accordo di cooperazione militare tra gli Usa e la Papua Nuova Guinea come un tentativo di «trascinare» anche questo paese dell'Oceania «nei giochi geopolitici di Washington contro la Russia e la Cina».

Nel conflitto ucraino, invece, si intensificano i raid missilistici e i bombardamenti dell'artiglieria con lo scopo evidente delle due parti di scardinare l'organizzazione della macchina bellica nemica in vista di una controffensiva che Kiev prepara e Mosca cerca di far fallire sul nascere.

La Russia è tornata a bombardare massicciamente varie regioni dell'Ucraina, tra cui la capitale Kiev, con un totale di 37 missili e 29 droni che hanno preso di mira «siti militari e infrastrutture essenziali», ha detto il capo di stato maggiore ucraino, Valery Zuluzhny. Secondo il generale, sulla regione della capitale sono stati lanciati 11 missili Iskander, della versione sia da crociera sia balistici, che a suo dire sono stati «tutti distrutti».

Il ministero della difesa russo ha affermato invece che negli attacchi missilistici le forze di Mosca hanno «spazzato via aeroporti militari», oltre ad aver colpito posti di comando e depositi di armi e munizioni.

Una spiegazione che in parte coincide con quella del governatore della regione di Khmelnitsky, ad ovest di Kiev, secondo il quale i russi hanno colpito un aeroporto militare distruggendo cinque aerei e provocando incendi nei depositi di carburanti e materiale bellico. I media ucraini riferiscono invece di danni inflitti la scorsa notte al porto di Odessa, sul Mar Nero.

«Tutti quelli che hanno cercato di intimidirci, sognando che avrebbe avuto qualche effetto, se ne pentiranno molto presto, la nostra risposta non si farà aspettare», ha assicurato il capo dell'intelligence militare ucraina Kirill Budanov.

Già da qualche giorno l'artiglieria ucraina ha preso a martellare la regione russa di Belgorod, teatro una settimana fa di un'incursione attribuita da Mosca alle forze di Kiev e da queste ultime a gruppi di miliziani russi anti-Putin.

Un civile ucciso e sette feriti è il bilancio dei bombardamenti delle ultime 72 ore che, secondo il governatore Vyacheslav Gladkov, hanno visto oltre 300 proiettili di artiglieria e razzi abbattersi su varie località.

Ma gli attacchi al territorio russo, ritengono diversi osservatori militari a Mosca, sarebbero un diversivo in vista della vera offensiva, con il tentativo di sfondare il fronte nella provincia di Zaporizhzhia in direzione sud, cioè verso il Mar d'Azov.

Tra chi sostiene questa ipotesi vi è il capo della milizia privata Wagner, Yevgeny Prigozhin, che rilancia le polemiche contro i vertici militari: «Se stai iniziando una guerra, per favore abbi carattere, volontà e attributi d'acciaio, e solo allora sarai in grado di ottenere qualcosa», ha affermato rispondendo sul suo canale Telegram alla domanda di un giornalista.

Il parlamento ucraino, intanto, ha approvato un pacchetto di sanzioni della durata di 50 anni contro l'Iran, accusato di fornire alla Russia droni e armi per bombardare le città ucraine.

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COMMENTI
 

Arcadia7494 1 anno fa su tio
Avrei voluto leggere "stacca la spina a Putin". Sarà per un'altra volta.

medioman 1 anno fa su tio
Ma hanno distrutto questo aeroporto o no, qualcuno non la dice giusta.

Nikko 1 anno fa su tio
Risposta a medioman
O magari tutti non la dicono giusta? “In temp da guera, püsé bal che tera!”… e da ambo le parti, ovviamente…
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