Un'inchiesta giornalistica fa luce sui possibili raggiri alle sanzioni occidentali di una società russa attiva nell'industria bellica.
MOSCA - Le pressanti richieste di Kiev all'indirizzo degli alleati occidentali sono diventate ormai una costante del conflitto in corso nell’est Europa. Armi, caccia, equipaggiamenti militari e soprattutto munizioni. Tante munizioni. L'esercito ucraino sta infatti svuotando gli arsenali di tutti i paesi membri della Nato.
Le scorte si svuotano - Una difficoltà logistica che ha spinto a inizio maggio la Commissione europea a lanciare l’iniziativa “Act in Support of Ammunition Production” (ASAP), un progetto che prevede il finanziamento di una somma di 500 milioni di euro fra 2023 e 2024 per accelerare e intensificare la produzione di munizioni all’interno dell’Unione Europea.
La carenza si fa sentire anche nel campo opposto, eppure il Cremlino sembra affrontare questa difficoltà grazie a forniture che non dovrebbe ricevere. Un’inchiesta condotta da Politico ha fatto luce sulle ambiguità delle sanzioni imposte dall’Occidente ai danni della Russia nell’ambito del mercato bellico. L’esercito di Putin, secondo il quotidiano americano, continuerebbe infatti a usufruire di proiettili ad alta precisione prodotti da fornitori occidentali.
Cecchini della Wagner con proiettili americani - Ma andiamo con ordine. L’inchiesta è iniziata dopo la pubblicazione, il 16 maggio scorso, di un video su Telegram. Pochi minuti di filmato che mostrano un cecchino del gruppo Wagner intento a esporre, a mo' di lezione militare, il suo fucile Orsis T-5000. Niente di strano se non la parte relativa ai proiettili: «Usiamo munizioni calibro .338 di fabbricazione occidentale».
Ma quanto può esserci di veritiero in un’affermazione probabilmente propagandistica? «I documenti ottenuti da Politico indicano che Promtekhnologiya (la società che produce i fucili in questione) e un'altra azienda russa chiamata Tetis hanno acquisito centinaia di migliaia di proiettili fabbricati da Hornady, una società statunitense», ha spiegato questa mattina il quotidiano.
Come Mosca raggira le sanzioni - Ma com'è possibile che proiettili di fabbricazione americana finiscano tra le mani di cecchini russi? Dall’inizio della guerra i pacchetti di sanzioni occidentali hanno messo in ginocchio l'economia russa. Mosca è riuscita però in più occasioni ad aggirare le misure introdotte in risposta all'invasione del Paese guidato da Volodymyr Zelensky.
Politico sospetta che i proiettili americani esibiti dal cecchino della Wagner siano stati registrati non come materiale bellico ma come attrezzatura per la caccia. Un raggiro che ha reso possibile la vendita alla società russa.
La società americana Hornady, interpellata da Politico, ha nel frattempo respinto le accuse e ha giurato di aver interrotto qualsiasi collaborazione con la Russia nel momento in cui è iniziata la guerra. «Non supportiamo alcuna vendita del nostro prodotto a nessun figlio di p... russo e se riusciamo a scoprire come acquistano, se effettivamente lo fanno, prenderemo tutte le misure disponibili per fermarlo».