La famiglia del miliardario Hamish Harding, scomparso a bordo del Titan, esterna il proprio dolore. La polemica con James Cameron.
LONDRA - «Se possiamo trarre una piccola consolazione da questa tragedia è che l'abbiamo perso mentre faceva ciò che amava». Lo hanno dichiarato i familiari del miliardario britannico Hamish Harding, 58 anni, uno dei passeggeri morti a bordo del Titan dopo l'implosione del sommergibile, come si legge in un comunicato diffuso dalla società del tycoon, la Action Aviation, specializzata nella compravendita di aeromobili.
L'imprenditore con una lunga esperienza di esploratore, anche al Polo Sud, viene ricordato come un uomo che viveva «per la sua famiglia, per i suoi affari e per la prossima avventura».
I familiari del business-man di origini pakistane e del figlio
Mentre i parenti di altri due passeggeri scomparsi nella catastrofe avvenuta vicino al relitto del Titanic, Shahzada Dawood, 48 anni, e il figlio 19enne Suleman Dawood, pachistani naturalizzati britannici (e maltesi), nel loro comunicato, oltre a esprimere il proprio dolore per le vittime, hanno sottolineato come «ogni tragedia di questa portata, tiri fuori il meglio e il peggio delle persone» per poi proseguire in tono critico rispetto alle polemiche sulla vicenda: «Alcuni fanno di tutto per aiutare e sostenere, altri usano questi momenti per un tornaconto personale».
La polemica innescata da James Cameron
Intanto prosegue anche la polemica sui livelli di sicurezza del Titan. In merito è intervenuto, ai microfoni della britannica Times Radio, Guillermo Söhnlein, il co-fondatore nel 2009 della OceanGate Expeditions, la società proprietaria del sommergibile, che ha replicato alle accuse lanciate da James Cameron, regista del kolossal "Titanic". Ha difeso Stockton Rush, il patron di OceanGate morto sul Titan, affermando che non solo aveva grande esperienza ma si era impegnato a garantire la massima sicurezza nella realizzazione del progetto.
Omaggi in Francia per Paul-Henri Nargeolet
Omaggi invece in Francia per l'ex membro della marina francese, esploratore ed esperto del Titanic, Paul-Henri Nargeolet, anche lui tra i cinque morti della tragedia a bordo del sottomarino Titan.
«Ha aiutato l'umanità a comprendere il mondo sconosciuto degli abissi», ha dichiarato Bernard Cauvin, direttore della Cité de la mer de Cherbourg, rendendo omaggio a una persona la cui «pacatezza, delicatezza e umiltà appassionavano tutti».
Soprannominato 'Monsieur Titanic' per essersi immerso una trentina di volte intorno al relitto, Nargeolet partecipò alle prime spedizioni che, dopo la scoperta del Titanic nel 1985, avevano, consentito di riportare a galla alcuni oggetti di bordo.
Ex ufficiale della Marina francese, Nargeolet, 77 anni, doveva partecipare a un'esposizione sul Titanic prevista a Parigi dal 18 luglio al 10 settembre. Gli organizzatori della mostra, intitolata 'Titanic l'Exposition' contavano sulla presenza dell'esperto. «Oggi rendiamo omaggio alla passione e al coraggio di questo straordinario esploratore e lo ringraziamo dei sogni e delle emozioni che ci ha regalato», afferma in una nota l'organizzatore della mostra, Pascal Bernardin.
L'amministratore delegato di OceanGate
Quinta vittima, infine, è Stockton Rush, l'amministratore delegato di OceanGate, che organizzava le spedizioni in visita ai resti del relitto.
La moglie, Wendy Rush, discende da Isidor e Ida Straus, che furono passeggeri del Titanic. Nel film di James Cameron furono impersonati dai due coniugi anziani che rinunciano alla possibilità di essere salvati e restano abbracciati nel letto, in attesa della fine.