La Corea del Nord ripristina le misure militari: «Seul deve pagare caro le sue gravi provocazioni»
PYONGYANG - La Corea del Nord ripristinerà con effetto immediato le misure militari interrotte dopo l'accordo intercoreano del 2018, in risposta alla decisione di Seul di uno stop parziale all'intesa a seguito del lancio da parte di Pyongyang del suo satellite spia militare.
Il ministero della difesa nordcoreano ha affermato, attraverso la Kcna, che «non sarà mai più vincolato» dall'accordo - annullandolo di fatto - che prevedeva misure per ridurre la tensione lungo il confine. Il Sud dovrà «pagare caro» la sua iniziativa: «schiereremo forze armate più potenti e attrezzature militari di nuovo tipo lungo la linea di demarcazione militare».
Il ministero della difesa di Pyongyang, in una nota rilanciata da un dispaccio della Kcna, ha chiarito che «ripristineremo immediatamente tutte le misure militari interrotte secondo l'accordo Nord-Sud e ritireremo quelle adottate per prevenire tensioni militari e conflitti in tutte le sfere, comprese terra, mare e aria, e schiereremo forze armate più potenti e attrezzature militari di nuovo tipo nella regione lungo la linea di demarcazione militare».
La Corea del Sud, è l'avviso, deve «pagare caro le sue irresponsabili e gravi provocazioni politiche e militari che hanno spinto la situazione in una fase incontrollabile», ha aggiunto il ministero.
La Corea del Sud ha parzialmente sospeso l'accordo militare intercoreano del 2018, dopo che il Nord ha lanciato martedì il satellite spia militare "Malligyong-1", su un nuovo tipo di razzo Chollima-1. La mossa ha permesso a Seul di ripristinare le operazioni di ricognizione e sorveglianza al confine intercoreano, sollecitate dal ministro della difesa Shin Won-sik in base al suo impatto sulla limitazione delle capacità di sorveglianza aerea da parte del Sud.
Difendendo il suo primo satellite spia militare come esercizio «legittimo» del diritto all'autodifesa, Pyongyang ha denunciato la mossa del Sud, basata su ragioni «irragionevoli e illogiche». Seul sarà «ritenuta totalmente responsabile nel caso in cui scoppi uno scontro irreparabile tra il Nord e il Sud», ha aggiunto il ministero.
La dichiarazione è arrivata poche ore dopo che la Corea del Nord ha effettuato nella notte tra martedì e ieri il lancio di un missile balistico non specificato verso il Mar del Giappone. Il lancio è riuscito, ma è troppo presto per dire se stia funzionando.
I vertici dell'intelligence di Seul hanno detto in un'audizione parlamentare di ritenere che Mosca abbia fornito assistenza a Pyongyang sull'operazione, in scia all'incontro di settembre tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un.
Il National Intelligence Service (Nis), l'agenzia di intelligence di Seul, ha ribadito di «credere che dietro il successo della messa in orbita del satellite ci sia stato l'aiuto della Russia», nel resoconto di un'audizione parlamentare fornito dal deputato Yoo Sang-bum del People Power Party (Ppp).
«Durante il vertice Nord-Russia di settembre, Putin ha espresso pubblicamente il suo impegno a fornire sostegno ai veicoli di lancio della Corea del Nord. Secondo l'intelligence, il Nord ha fornito progetti e dati relativi ai razzi utilizzati nel primo e nel secondo tentativo e la Russia ha fornito la sua analisi», ha aggiunto Yoo, secondo la Yonhap.
Sulla base dell'esame dei detriti raccolti dal secondo tentativo di lancio del Nord fatto in agosto, l'ipotesi più accreditata è che il satellite all'epoca avesse «una risoluzione inferiore rispetto a un satellite di classe sub-metrica con capacità di ricognizione», ha riferito il Nis, secondo cui il Nord sarebbe nella fase iniziale degli sforzi per sviluppare un missile balistico intercontinentale (Icbm) a combustibile solido, mentre non ci sarebbero segnali che Kim possa ordinare il suo settimo test nucleare nel prossimo futuro.
«Non vediamo un'alta probabilità che il Nord effettui una detonazione atomica nel 2023. Tuttavia, esiste la possibilità che possa esserci in qualsiasi momento nel 2024, a seconda della decisione di Kim», afferma l'agenzia di spionaggio sudcoreana.