Si tratterebbe di un «percorso fatto di pragmatismo certamente, ma anche di volontarismo, ambizione e visione»
DUBAI - «Per gestire il cambiamento climatico non basta la logica dei piccoli passi, bisogna prendere decisioni coraggiose, animati da ambizione, mossi da una vocazione umanista. Serve un Patto d'Azione di tutta l'umanità». Il discorso di re Mohammed del Marocco alla Cop28, in corso a Dubai, è una sorta di tirata d'orecchie a chi ha creduto fin qui alla politica dei tecnicismi e anche ai pasdaran delle «grandi rotture».
Al summit è rappresentato dalla sorella, la principessa Lalla Hasna, che ha letto il messaggio davanti all'assemblea con oltre 160 tra capi di Stato e di governo e rappresentanti politici pronti a prendere impegni su come affrontare le questioni legate al cambiamento climatico e sui piani dei loro paesi per ridurre le emissioni.
Re Mohammed del Marocco propone una terza via, «un percorso fatto di pragmatismo certamente, ma anche di volontarismo, ambizione e visione. Questa è la strada che dobbiamo fare nostra, se il nostro obiettivo è sempre quello di mantenere gli impegni assunti alla Cop21 di Parigi nel 2015, e alla Cop22 di Marrakech nel 2016».
E, ancora, scrive nel messaggio diffuso anche alla stampa, «è tempo di negoziare ed è tempo di agire. Quel momento è arrivato! È un Patto d'Azione che propongo di lanciare, qui e ora. È attraverso questo Patto d'Azione che l'umanità può dimostrare attraverso le azioni che gli obiettivi più ambiziosi non sono necessariamente i meno accessibili». La Conferenza di Dubai segna la conclusione della "Global Report Card", la prima valutazione dei progressi globali nell'attuazione dell'Accordo di Parigi del 2015.