Il vice ministro degli Esteri russo ha affermato che la mossa contribuirà ad alimentare la guerra in Ucraina e incrinerà rapporti già tesi
MOSCA - La decisione del Giappone di fornire missili Patriot su licenza agli Stati Uniti rischia di allargare ulteriormente le tensioni geopolitiche nella regione dell'Asia Pacifico.
Lo ha riferito il vice ministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, all'ambasciatore nipponico convocato a Mosca, accusando Tokyo di aiutare a ricostituire le riserve dell'alleato statunitense, che sarebbe così in grado di spedire i propri arsenali in Ucraina.
Rudenko ha criticato il governo di Tokyo per «le azioni distruttive» che inevitabilmente influenzeranno le relazioni tra i due Paesi vicini, già deterioratesi durante la guerra con Kiev.
L'ambasciatore Akira Muto, secondo quanto riportato dai media nipponici, ha affermato che la mossa rientra nell'obiettivo di contribuire alla stabilità dell'Indo-Pacifico, aggiungendo che la fornitura non implicherà un diretto utilizzo nel conflitto in corso in Ucraina.
La scorsa settimana l'esecutivo guidato dal premier conservatore Fumio Kishida ha allentato le restrizioni all'embargo sulla vendita di apparati militari sancito dalla Costituzione pacifista: una prassi legale avviata nel 2014 dall'ex premier Shinzo Abe, per consentire la produzione e l'export del sistema di difesa missilistica superficie-aria Patriot Pac-3 negli Stati Uniti, pagando in questo caso una tassa di licenza alla società di difesa sviluppatrice americana Lockheed Martin.
Una richiesta fatta direttamente dal presidente Joe Biden a Kishida nell'incontro di agosto a Camp David, e poi nuovamente al vertice dell'Apec a San Francisco, riferiscono i media locali.