Un primo falso allarme è scattato mercoledì a Philadelphia in un evento con mille persone per la fine del Ramadan
WASHINGTON - Un attentato in Usa simile a quello del 22 marzo rivendicato dall'Isis al Crocus City hall di Mosca, dove sono morte 144 persone: a mettere in guardia contro tale pericolo è stato il capo dell'Fbi Christopher Wray in una audizione al Congresso sul budget per il Bureau.
«Ripensando alla mia carriera, mi sarebbe difficile pensare a un periodo in cui così tante minacce alla nostra sicurezza pubblica e alla sicurezza nazionale erano tutte così elevate nello stesso momento, ma è così mentre sono qui oggi», ha ammonito.
«La nostra preoccupazione più immediata è stata che individui o piccoli gruppi traessero un'ispirazione distorta dagli eventi in Medio Oriente per effettuare attacchi qui in patria», ha spiegato alla commissione della Camera preposta alle leggi di stanziamento fondi. "Ma ora è sempre più preoccupante il potenziale per un attacco coordinato qui in patria, simile all'attacco Isis-k che abbiamo visto nella sala da concerti russa un paio di settimane fa", ha sottolineato.
Non si teme più o non solo quindi l'azione di lupi solitari o di ristretti gruppi improvvisati ma il piano di un commando ben organizzato. Sale perciò l'allerta nel Paese e si somma a quella per il timore di attacchi imminenti di Teheran a Israele o al suo alleato americano in risposta al raid dell'esercito israeliano a Beirut contro il consolato iraniano, nel quale sono morti dirigenti dei pasdaran.
Un primo falso allarme è scattato mercoledì a Philadelphia in un evento con mille persone per la fine del Ramadan, con una sparatoria (senza morti) risultata poi scatenata da due bande giovanili rivali.
Ma il monito di Wray si inquadra anche nel suo appello al Congresso a fronteggiare le minacce non tagliando i fondi per l'Fbi (500 milioni in meno nell'ultimo bilancio) e riapprovando uno "strumento indispensabile contro i nostri avversari" come la sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa), una controversa legge che consente la sorveglianza senza mandato di persone all'interno e all'esterno degli Stati Uniti per proteggere la sicurezza nazionale.
Un provvedimento che si ritiene abbia consentito di prevenire attacchi terroristici in Usa ma accusato di essere stato usato impropriamente per spiare cittadini americani, ad esempio contro i manifestanti Black Lives Matter nelle proteste del 2020 e contro gli assalitori del Capitol l'anno dopo.
Per questo mercoledì è stato affondato in un voto preliminare dalla fronda trumpiana, che ha messo nuovamente in una imbarazzante minoranza lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson. "Kill Fisa", aveva scritto su Truth alla vigilia del voto Donald Trump, che si considera vittima del 'deep state' e della comunità d'intelligence. E così è stato, con 228 no e 193 sì. A votare contro 19 repubblicani 'Maga', che si sono uniti ai democratici progressisti sostenendo che la legge, in scadenza il 19 aprile, dà troppo potere per spiare sui cittadini.