Milorad Dodik, leader serbo-bosniaco, lo ha definito «un'invenzione» per «satanizzare tutto il popolo serbo»
BELGRADO - Nuova negazione del genocidio di Srebrenica da parte del leader serbo-bosniaco Milorad Dodik. Ieri, dopo un incontro a Belgrado con il presidente serbo Aleksandar Vucic, Dodik lo ha definito «un'invenzione» nel tentativo di «satanizzare l'intero popolo serbo».
A suo dire, con sentenze di condanna individuali al Tribunale dell'Aia si è voluto gettare la responsabilità collettiva sull'intero popolo serbo, cosa questa inaccettabile. A Srebrenica, secondo Dodik, furono uccisi circa 3500 serbi e quasi 4100 bosgnacchi musulmani.
«Ma le sofferenze dei serbi sono state negate e messe da parte, mentre si favoriscono soltanto i discorsi sulle sofferenze dei bosgnacchi», ha affermato Dodik, secondo il quale si tratta di speculazioni e inganni escogitati per giustificare i bombardamenti della Nato contro i serbi, deciso senza mandato Onu.
Nel luglio 1995 oltre 8 mila bosgnacchi musulani furono uccisi a Srebrenica dalle truppe serbo-bosniache del generale Ratko Mladic. Un massacro che la giustizia internazionale ha qualificato come genocidio.