Cerca e trova immobili

MONDOUn piano globale per combattere le zanzare (e le malattie che trasportano)

04.10.24 - 06:30
Presentato dall'Oms, costerà 55 milioni di dollari. «I casi di dengue raddoppiano ogni anno dal 2021»
Depositphotos (mrfiza)
Fonte OMS
Un piano globale per combattere le zanzare (e le malattie che trasportano)
Presentato dall'Oms, costerà 55 milioni di dollari. «I casi di dengue raddoppiano ogni anno dal 2021»

GINEVRA - Giovedì l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha lanciato un piano strategico su scala planetaria per combattere le malattie arbovirali trasmesse da Aedes, ovvero gli insetti come le zanzare. Si parla di patologie che spaventano (e mietono vittime) come dengue, Zika e chikungunya.

Il Global Strategic Preparedness, Readiness and Response Plan (SPRP) «delinea le azioni prioritarie per controllare la trasmissione e offre raccomandazioni ai paesi interessati in vari settori, tra cui la sorveglianza delle malattie, le attività di laboratorio, il controllo dei vettori, il coinvolgimento della comunità, la gestione clinica e la ricerca e sviluppo, attraverso un approccio che coinvolga l'intera società e le regioni», spiega l'Oms.

I casi raddoppiano ogni anno - Oggi si stima che siano quattro miliardi le persone a rischio d'infezione da arbovirus in tutto il mondo. Entro il 2050 questo numero crescerà a cinque miliardi. Una minaccia che è già reale non solo nelle regioni tropicali ed equatoriali, ma ormai in tutto il globo. L'Oms ha rilevato un aumento dei casi di dengue in tutte le aree geografiche. «Il numero è approssimativamente raddoppiato ogni anno dal 2021, con oltre 12,3 milioni di casi alla fine di agosto di quest'anno».

Una minaccia senza confini - «La rapida diffusione della dengue e di altre malattie arbovirali negli ultimi anni è una tendenza allarmante che richiede una risposta coordinata tra settori e confini», ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. La dengue è endemica nei climi tropicali e subtropicali, in particolare nel Sud-Est asiatico, nel Pacifico occidentale e nelle Americhe. La situazione è altrettanto preoccupante in Africa, dove le malattie peggiorano una fragilissima quotidianità, già segnata da conflitti e disastri naturali. Nel dicembre dello scorso anno l'Oms ha classificato l'attuale impennata globale della dengue come grado 3, il livello di emergenza più alto previsto dall'organizzazione.

La risposta - «Dal mantenimento di ambienti puliti al supporto del controllo dei vettori e alla ricerca e fornitura di cure mediche tempestive, tutti hanno un ruolo da svolgere nella lotta contro la dengue» ha aggiunto Tedros. «Questo piano è una tabella di marcia per invertire la tendenza contro questa malattia e altre malattie arbovirali trasmesse da Aedes, proteggere le popolazioni vulnerabili e spianare la strada a un futuro più sano».

L'SPRP sarà implementato nell'arco di un anno (al costo di 55 milioni di dollari) e prevede cinque punti chiave: il coordinamento delle emergenze; lo sviluppo e l'utilizzo di strumenti di rilevazione precoce e controllo della dengue e delle altre malattie; il coinvolgimento delle comunità attraverso il dialogo attivo e misure di prevenzione (come il controllo della popolazione delle zanzare); una gestione clinica efficace e cure adeguate per prevenire malattie e decessi; la promozione della ricerca, fino allo sviluppo di vaccini efficaci.

Il caso italiano (e quello ticinese) - Una dimostrazione del rischio dengue alle nostre latitudini è rappresentato dal maxi focolaio identificato a Fano, nelle Marche. Oltre 100 casi confermati e più di una dozzina probabili, «tutti autoctoni» come hanno spiegato le autorità sanitarie regionali. Giovedì erano sei le persone ricoverate, nessuna delle quali in gravi condizioni. Il trend appare in diminuzione, con casi ormai sporadici e l'adozione di contromisure come disinfestazioni, trappole per zanzare e kit venduti in farmacia (e al centro di una polemica innescata dal noto virologo Roberto Burioni).

Anche in Ticino si era parlato di dengue, specialmente ad agosto. Prima per i casi segnalati appena al di là del confine e poi per quello di Rancate, l'unico confermato sul territorio cantonale. Tutti sono legati a persone rientrate da viaggi all'estero.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE