Un testimone afferma di essere stato approcciato dal presunto serial killer, 11 famiglie di scomparsi si sono riunite per condividere informazioni: «Dobbiamo sapere»
CHAMBÉRY - Nordahl Lelandais aveva tentato di rimorchiarlo in un locale notturno di Chambéry, ma lui lo aveva respinto. Poi lo aveva ritrovato un'altra sera in un'area di sosta sulla A34, noto luogo di incontri omosessuali, anche lì ci aveva provato ma lui aveva detto ancora una volta no.
A raccontare di queste avance alla polizia, riportano Le Parisien e Le Figaro, un altro soldato la cui testimonianza non fa che confermare la pista che vuole il presunto rapitore e assassino di Arthur Noyer e della piccola Maelys assiduo frequentatore del sottobosco di incontri gay della regione. Il primo indizio a riguardo, riportano sia Le Parisien sia Le Dauphiné Liberé, sarebbe stato trovato dagli inquirenti sul computer dell'indagato.
Proprio nella giornata di oggi Lelandais verrà sentito nell'ambito del caso Noyer, i cui resti sono stati recentemente recuperati e identificati a ridosso di un sentiero alpino. Stando alle informazioni in possesso delle autorità Lelandais e Noyer la sera della scomparsa di quest'ultimo si trovavano nello stesso night club a Chambéry. Secondo i tabulati degli allacciamenti telefonici, quella notte il telefonino di Lelandais avrebbe "seguito" quello di Noyer prima di essere messo in modalità "aereo".
Come riporta Le Figaro 11 famiglie di persone scomparse - nella regione ma non solo- si sono incontrate a Lione per condividere informazioni riguardanti i loro cari per capire se i loro casi possano essere in qualche modo correlati alla vicenda Lelandais. «Attualmente non vi sono indizi che lasciano a presupporre un suo coinvolgimento», ha spiegato all'Afp il procuratore di Grenoble Jean-Yves Coquillat, «ma è vero anche che non si può escludere niente».
«Dobbiamo sapere», ha spiegato al quotidiano Marie-France Fiorello mandre di Adrien (22 anni) scomparso a Firminy (Loire) nel 2010, «è una sofferenza quotidiana, sappiamo che saranno brutte notizie ma non possiamo restare all'oscuro». Il cellulare del ragazzo si era spento per sempre non distante da dove, a quei tempi, Lelandais teneva un canile.