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FRANCIA«Abbiamo trovato il corpo di Maelys»

14.02.18 - 18:16
La conferma delle autorità arriva in conferenza stampa. Lelandais continua a sostenere di averla uccisa involontariamente: «Ha chiesto scusa a tutti»
«Abbiamo trovato il corpo di Maelys»
La conferma delle autorità arriva in conferenza stampa. Lelandais continua a sostenere di averla uccisa involontariamente: «Ha chiesto scusa a tutti»

GRENOBLE - «Le prime parole saranno questa sera per i genitori di Maelys, che oggi sanno che loro figlia è morta, ed è stata uccisa, e abbiamo trovato i suoi resti», così ha esordito in conferenza stampa Jean-Yves Coquillat procuratore della Repubblica di Grenoble.

«Quello che posso dirvi questa sera è che le indagini hanno subito una svolta quando la scientifica ha "disossato" - questo è il termine tecnico - l'automobile di Nordahl Lelandais e gli agenti hanno trovato una macchia di sangue. Le analisi hanno determinato che quel sangue apparteneva alla bambina», continua Coquillat.

In seguito alle prove, mostrate ieri al sospetto e al suo legale, Lelandais ha deciso spontaneamente di «voler portare la polizia là dove si trovava il corpo della piccola».

«Ha ucciso Maelys involontariamente - queste sono le sue parole - e si è poi sbarazzato del corpo. Prima lo ha lasciato vicino a casa sua, è tornato al matrimonio, poi nella notte lo ha ripreso e lo ha occultato in un luogo isolato in bosco sul massiccio della Chartreuse. Lelandais ha anche posto le sue scuse in primo luogo a Maelys e ai suoi famigliari», ha continuato il procuratore.

L'assassino reo confesso, verrà sentito ancora dai giudici e garantisce «che farà chiarezza più avanti sulle dinamiche del delitto».

«I lavori di recupero della salma sono stati ostacolati dalla neve, è stato necessario sgomberare le vie d'accesso e accomodare alcuni sentieri per permettere agli agenti e ai cani di giungere là dove Lelandais aveva indicato», ha spiegato il procuratore.

Pungolato dai giornalisti sui possibili legami dell'assassino di Maelys con altre indagini in corso - come quelle legate al caso del giovane caporale Arthur Noyer - Coquillat ha tagliato corto: «Non siamo qui per parlare di questo, oggi».

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