Non sono mancati i giovani che si sono dati appuntamento sui Navigli per un aperitivo
In un clima di basta al lockdown, ovvero la chiusura delle attività e il confinamento a casa che dura da oltre due mesi, Milano finalmente riapre: da un lato la voglia di normalità è stata tanta, con qualche punta di euforia o comunque di comprensibile contentezza, dall'altro la consapevolezza che la lotta al coronavirus è ben lontana dalla vittoria è stata ben presente come che i morti continuano sia pur in una linea che appare in decisa discesa: 24 decessi oggi a fronte di 69 ieri.
La città si è messa in moto - in una giornata di attività non ancora piena - dal primo mattino: treni dei pendolari in arrivo dalla Stazione Cadorna da tutta la Lombardia e mezzi pubblici di superficie e metropolitane si sono maggiormente riempiti, ma, salvo qualche caso raro, non sembrano essersi registrati complessivamente particolari problemi.
Sul piano dei riti sopravvissuti di generazione in generazione è stato riscoperto il piacere di un espresso al bar, al banco prima di andare al lavoro o seduti al tavolino sempre con le dovute distanze. E si è confermato il rito dell'aperitivo all'Arco della Pace e ai Navigli. Baristi e negozianti hanno faticato per prepararsi alle nuove regole, però su tutto ha prevalso il desiderio dei clienti e anche quello degli esercenti. Gel igienizzante per le mani e ai dipendenti è stata provata la febbre, come prevede l'ordinanza della Regione con la pratica estesa anche agli acquirenti nei tanti negozi che hanno aperto e in molti dei quali sono state anche distribuiti guanti di lattice. Le palestre invece sono chiuse e non riapriranno che a giugno (a differenza del resto d'Italia dove l'apertura è fissata per il 25 maggio).
Nel quadrilatero della moda sono stati quasi tutti aperti i negozi di lusso a partire da via Montenapoleone: cartelli all'ingresso informavano sulle norme anti-contagio da seguire. Non c'è stato però l'assalto: piano piano anche chi può spendere dovrà riprendere l'abitudine allo shopping. E così è stato anche negli store più accessibili di corso Vittorio Emanuele II, pur con qualche coda, ma per la limitazione degli ingressi. Alla Rinascente i vestiti provati ma non acquistati "vanno in quarantena" per essere sanificati prima di essere di nuovo esposti.
Il Duomo di Milano ha riaperto le sue porte ai fedeli per la prima messa dopo il lockdown, alle 8 del mattino. Questa mattina le persone presenti erano una trentina, un po' di tutte le età, anche alcuni ragazzi giovani.