Lo ha stabilito uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze
NEW YORK - Proveniva dal trattamento di rifiuti radioattivi la nube di rutenio 106 intercettata in Europa nel 2017 da alcuni centri per la sorveglianza della radioattività nell'atmosfera. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze americana (Pnas) dal gruppo dell'Ufficio di radioprotezione del governo canadese, coordinato da Michael Cooke, e dell'Istituto di radioecologia e radioprotezione dell'Università tedesca Leibniz di Hannover.
Sottoponendo il rutenio 106 depositato al suolo ad analisi chimiche, gli autori dello studio hanno trovato alcune impronte chimiche associate a specifici protocolli per il trattamento delle scorie nucleari. Suggerendo, così, che la liberazione di rutenio radioattivo sia avvenuta proprio durante questo tipo di trattamento.
Il rutenio 106 è un metallo artificiale prodotto nei reattori nucleari per scopi medici, come la radioterapia contro alcuni tumori oculari. La sua dispersione in atmosfera, a partire da una regione della Russia centrale, era stata segnalata alla fine di settembre del 2017.
Le concentrazioni misurate erano tra centomila e un milione di volte più basse di quelle che destano preoccupazioni per salute e ambiente. I primi rilevamenti avevano subito escluso l'incidente nucleare come causa. Adesso, analisi più approfondite ne attribuiscono l'origine al trattamento di rifiuti radioattivi.