Uno scontro violento tra le truppe indiane e quelle cinesi avrebbe causato il decesso di tre persone
NUOVA DELHI/ PECHINO - Tre soldati indiani sono stati uccisi durante un «faccia a faccia» violento con le truppe cinesi lungo il confine dell'Himalaya tra i due Paesi.
È successo ieri, secondo una dichiarazione rilasciata dall'esercito indiano. Secondo la nota, ci sarebbero state vittime «da entrambi i lati», anche se non sono ancora emerse informazioni sulle possibile perdite dal lato cinese. Tra i morti dichiarati tra le fila indiane, un ufficiale e due soldati.
L'incidente ha avuto luogo durante un processo di "de-escalation" dei conflitti in corso nella Valle di Galvan, nella zona contesa di Aksai Chin-Kadahk. In quest'area, lo ricordiamo, entrambi i Paesi hanno spostato dei battaglioni nelle scorse settimane, prima dell'inizio dei colloqui per chiarire la faccenda.
Secondo l'emittente indiana Ndtv le uccisioni non sono state il risultato di scontri a fuoco, ma di combattimenti corpo a corpo.
La Cina ha accusato l'India di essere responsabile dell'incidente: «il 15 giugno le truppe indiane hanno gravemente violato il consenso bilaterale e varcato la frontiera a due riprese, prima di dedicarsi ad attività illegali e di provocare e attaccare dei soldati cinesi, con come risultato un grave confronto fisico», ha dichiarato il portavoce del ministero degli affari esteri Zhao Lijian.
«Ancora una volta, invitiamo la controparte indiana a regolare le sue truppe in prima linea e a non oltrepassare la linea o prendere iniziative unilaterali che possano complicare le cose», ha aggiunto Zhao, come riportato dalla Cnn.
«Abbiamo entrambi concordato di risolvere la questione attraverso il dialogo, per alleviare la situazione e sostenere la pace e la tranquillità nella zona di confine» ha concluso Zhao.
La dichiarazione rilasciata dall'esercito indiano in giornata ha confermato questa linea, aggiungendo che gli alti funzionari militari di entrambe le parti si stanno attualmente riunendo per calmare le acque.
Tuttavia, la tensione rimane alta, e le truppe di entrambi i Paesi rimangono presenti in una zona disputata ormai da tempo, i cui esatti confini, difficilmente identificabili, continuano a far discutere.