Numerosi manifestanti hanno espresso il loro sentimento anti-cinese in diverse città indiane
Sono usciti anche i primi dettagli per quanto riguarda lo scontro notturno sul confine
NEW DELHI - Il clima tra due delle principali potenze mondiali, ovvero India e Cina, è al momento parecchio caldo. Se non a livello governativo, dove i due Paesi hanno dichiarato che la situazione sia sotto controllo, lo è tra la gente comune.
Sono infatti centinaia le persone scese in piazza in diversi parti dell'India per protestare contro l'«atto di violenza» perpetrato dai cinesi, in riferimento allo scontro sanguinoso avvenuto ieri lungo il confine dell Himalaya tra i due Paesi.
Tra slogan e critiche, i manifestanti hanno anche dato fuoco e calpestato rappresentazioni di bandiere cinesi e ritratti del Presidente Xi Jinping. La polizia di New Delhi ha dichiarato di aver arrestato 22 persone, particolarmente agitate, nella zona dell'ambasciata cinese della capitale.
Nel frattempo i media locali indiani hanno comunicato che dovrebbero essere diverse decine le truppe indiane e cinesi morte nello scontro avvenuto ieri, e non 3, come riportato inizialmente. Lo ha riferito in particolare il Times of India, che ha sentito delle fonti anonime del Governo indiano che avrebbero confermato la morte di 20 membri dell'esercito nel corso dei combattimenti.
Inoltre, il caporedattore del Global Times, giornale statale cinese, avrebbe confermato che ci sarebbero vittime anche dalla parte dell'esercito cinese. Il portale americano US News ha poi riportato che i servizi segreti statunitensi avrebbero indicato 35 morti tra le truppe cinesi.
Il Guardian ha invece riportato dettagli dai report sullo scontro: il combattimento corpo a corpo è durato ore, nel buio della notte, su terreni scoscesi e frastagliati. I soldati non hanno usato armi da fuoco, ma si sono scontrati con sbarre di ferro, rocce e mani nude. Inoltre, la maggior parte dei morti è stata spinta o è scivolata cadendo dal dorso montagnoso himalayano, precipitando nell'oblio.
Nel frattempo, le autorità di entrambi i Paesi continuano ad accusarsi a vicenda di aver causato lo scontro, rimanendo però in stretta comunicazione per risolvere ogni questione attraverso i tradizionali canali diplomatici.
Si tratta del primo scontro sanguinoso tra i due Paesi da decenni a questa parte, ed è un evento pericoloso in quanto ha il potenziale di scatenare ancora più episodi di odio e violenza tra le due potenze.
In ogni caso, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha rassicurato che la situazione è ora sotto controllo, e ha dichiarato che la Cina non vuole più vedere scontri di questo tipo.