Il figlio della regina Elisabetta torna nel mirino degli inquirenti per la sua, presunta, scarsa collaborazione
NEW YORK - L'arresto di Ghislaine Maxwell, l'ex compagna di Jeffrey Epstein - accusata di complicità nel caso degli abusi sessuali per il quale l'imprenditore si trovava in cella al momento della sua morte -, mette in tensione la casa reale britannica e in particolare il principe Andrea.
La procuratrice Audrey Strauss, durante una conferenza stampa a New York, ha chiesto al Duca di York (che al momento non è fra gli indagati, ndr.) di «farsi avanti» e offrire alle autorità federali il suo aiuto nell'indagine.
Secondo una fonte vicina all'entourage del principe - si legge sul Guardian -, quest'ultimo ha però affermato di aver già parlato due volte lo scorso mese con le autorità dello stato di New York, dicendosi di conseguenza «sconcertato» dalla richiesta.
Già il mese scorso però, le autorità statunitensi avevano puntato il dito contro il figlio della regina Elisabetta per la sua scarsa collaborazione. «Cerca nuovamente di dipingersi come desideroso di cooperare all'indagine» ma «non ha concesso un colloquio alle autorità federali e ha ripetutamente rifiutato la nostra richiesta di programmarne uno».
Il caso - Virginia Roberts Giuffre, l'accusatrice principale del magnate morto suicida, afferma che fu Ghislaine Maxwell a reclutare lei e altre ragazze minorenni nell'entourage di Epstein e di averla costretta a fare sesso con alcuni suoi facoltosi amici, tra i quali anche il principe Andrea.