Stando al rapporto, ci furono contatti tra i collaboratori di Trump e persone legate a Mosca
WASHINGTON - Il Senato ha diffuso un rapporto, il primo bipartisan, sul Russiagate, confermando dopo tre anni di indagini le conclusioni dell'inchiesta del super procuratore Robert Mueller, liquidate da Donald Trump come "caccia alle streghe".
Stando alla relazione, il governo russo varò un'estesa campagna nel 2016 per sabotare le elezioni e far vincere Trump, mentre alcuni consiglieri del tycoon furono aperti all'aiuto di Mosca senza però che ci fosse una cospirazione coordinata.
Il rapporto della commissione Intelligence del Senato, di circa 1000 pagine, mostra ampie prove dei contatti tra i collaboratori di Trump e persone legate al Cremlino, compreso l'allora capo della campagna Paul Manafort e Konstantin Kilimnik, identificato per la prima volta come un agente segreto russo che potrebbe essere stato legato alle interferenze gestite dall'intelligence militare di Mosca. Nel rapporto Mueller, Kilimnik era indicato come una persona in contatto con gli 007 russi.
Dalle indagini del Senato emerge anche che la campagna del tycoon suggerì al consigliere informale e vecchio amico di Trump, Roger Stone, di ottenere informazioni sul materiale compromettente di WikiLeaks su Hillary Clinton e il partito democratico. La pena di Stone è già stata commutata dal presidente.