La donna, una delle icone dei recenti moti di #blacklivesmatter, era stata uccisa durante un fallimentare raid antidroga
LOUISVILLE - Uno dei poliziotti coinvolti nella morte di Breonna Taylor, la ragazza afroamericana uccisa sei mesi fa in casa a Lousville, in Kentucky, mentre dormiva, è stato incriminato.
L'agente Brett Hankinson, insieme ad altri poliziotti, si era introdotto di notte nell'appartamento con un'irruzione nel corso di un'operazione antidroga. La donna, inerme, è stata uccisa con diversi colpi di pistola senza che si fosse resa conto di quanto stava accadendo. In casa non è stata trovata alcuna traccia di stupefacenti.
La famiglia di Breonna Taylor, icona assieme a George Floyd dei moti di piazza di #blacklivesmatter, aveva già ottenuto un risarcimento milionario dalle autorità attraverso un accordo extragiudiziale.
Scoppia però la protesta per le strade di Lousville, in Kentucky. Due agenti sono stati feriti da colpi colpi di arma da fuoco, ma non sono in condizioni critiche.
Ieri il gran giurì ha deciso di non incriminare due dei tre poliziotti che hanno fatto irruzione nella casa di Taylor in piena notte. Un terzo agente è stato incriminato non per la morte dell'afroamericana ma per condotta negligente, avendo sparato nella direzione di una casa nelle vicinanze mettendo a rischio la vita di altre persone.
Nella città si è scatenata la rabbia di molti dopo la decisione della corte: i manifestanti hanno invaso le strade e si sono scontrati con la polizia. Nella città è scattato il coprifuoco alle 21 ora locale: è stato deciso in anticipo dal sindaco per cercare di stemperare gli animi ed evitare una notte di violenza. Ma sono molte le città americane dove sono in corso proteste per chiedere giustizia per Breonna Taylor.