Pechino difende l'arresto di 53 attivisti pro-democrazia avvenuto nelle scorse ore
HONG KONG - Sono 53 gli attivisti del fronte democratico arrestati oggi a Hong Kong per aver «organizzato e partecipato» la sovversione dei poteri dello Stato, in base all'art. 22 della legge sulla sicurezza nazionale.
È la motivazione della maxi retata che ha mobilitato un migliaio di 1'000 agenti di polizia per le primarie del 2020 organizzate in vista delle politiche di settembre, rinviate di un anno a causa del Covid-19. Il sovrintendente senior Steve Li, secondo i media locali, ha detto che sono stati perquisiti 72 luoghi diversi e notificati ordini di consegna di materiale utile alle indagini a quattro società.
La difesa di Pechino - Intanto, la Cina difende la maxi retata che oggi ha portato a Hong Kong all'arresto di 53 attivisti di primo piano del fronte pro democrazia, incluso l'avvocato per i diritti umani John Clancey, cittadino americano. È stata una misura necessaria, ha affermato in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, secondo cui l'unico danno fatto «è stato a quel tipo di libertà di alcune forze esterne e d'individui in collusione tra loro nel tentativo di danneggiare la stabilità e la sicurezza della Cina».
L'Europa chiede la liberazione degli attivisti - «Gli arresti coordinati di più di 50 attivisti pro-democrazia invia il segnale che il pluralismo politico non è più tollerato ad Hong Kong». Lo ha detto Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell. «Chiediamo la liberazione immediata delle persone arrestate», ha aggiunto.