Dalle intercettazioni dei Carabinieri è emersa anche una volontà politica
Al centro lo scontro istituzionale tra il sindaco di Messina, Cateno De Luca, e il dirigente dell'Asp di Messina, Paolo La Paglia (attualmente sospeso dall'incarico).
TRAPANI - Il caso dei dati falsificati sull'andamento dell'epidemia in Sicilia, che ieri ha fatto scattare gli arresti domiciliari per tre persone - una dirigente del Dipartimento dell'assessorato all'Istituto Superiore di Sanità, un funzionario della Regione e un dipendente di una società di gestione informatica -, non è stato pilotato dalla sola volontà di evitare restrizioni. Dalle intercettazioni effettuate dai Carabinieri dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (NAS) è emerso anche un "input" politico.
Le figure - non coinvolte nella conversazione, ma attorno alle quali ruota la stessa - sono quelle del dirigente generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Messina, Paolo La Paglia, e il sindaco della città dello stretto, Cateno De Luca, che dal 2020 ha più volte chiesto le dimissioni del primo (minacciando nel caso contrario le proprie) per gravi inefficienze. La sospensione del dirigente sarebbe poi arrivata nello scorso mese di febbraio.
«Dipende a cosa ti servono i dati»
La telefonata intercettata risale però agli inizi di gennaio. E in quel momento - come si legge nelle conversazioni, riportate dal Fatto Quotidiano - era importante che La Paglia facesse «una bella figura» per «bilanciare le polemiche su De Luca», dice al telefono Ferdinando Croce, vice capo di gabinetto dell'assessore Ruggero Razza, parlando con la dirigente Maria Letizia Di Liberti, che si trova ora agli arresti a casa sua.
«Visto che c'è questa situazione di aumento di Messina, vorremmo bilanciare se c'è un buon dato sui guariti, cioé vorremmo dimostrare che anche se c'erano tanti contagi c'erano anche tanti guariti», dice Croce. «Allora, io sto facendo estrapolare i guariti da trenta giorni, che questi ai tempi della circolare sono quelli che si possono caricare già come guariti. Va fatta la fine isolamento e la guarigione, ok? Quindi io lo sto facendo per tutti, anche per voi. Poi quello che mi interessa, determinati dati ti servono per migliorare, quindi far fare bella figura o ti servono per affossare La Paglia? Perché dipende da quello che devi fare», risponde Di Liberti.
Un avallo politico
A sottolineare una spinta politica dietro i dati falsificati ci sono poi anche le parole della giudice per le indagini preliminari di Trapani, Caterina Brignone, che scrive nell'ordinanza come nella conversazione i due dirigenti «si pongono il problema di dare tali dati considerando la pressione negativa» del sindaco sulla Regione. E quindi «considerata la natura e le verosimili finalità degli illeciti commessi, sarebbe difficile se non impossibile ipotizzare un attivarsi del vertice dirigenziale in assenza di avallo dell’organo politico».