La mente dietro al rapimento, anche lui un cospirazionista tenuto d'occhio dall'antiterrorismo, è ancora a piede libero
EPINAL - La mente dietro al rapimento della piccola Mia sarebbe un attivista e cospirazionista francese, noto da tempo alle autorità che hanno diramato un mandato di cattura internazionale.
L'uomo, Rémy Daillet-Wiedemann, come i complici sarebbe un seguace della dottrina di QAnon e avrebbe «svolto un ruolo importante nel rapimento», conferma la procura di Nancy.
La madre della piccola - a cui la stessa era stata sottratta dalle autorità - viveva nella comune in cui la bimba è stata ritrovata e, attraverso di essa aveva perpetrato il suo rapimento, avvenuto lo scorso martedì: «Era succube del movimento e voleva vivere ai margini della società».
Affidata alla nonna - La piccola Mia Montemaggi, la bimba rapita da un commando di uomini e ritrovata sana e salva in Svizzera domenica, è stata riaffidata alla nonna.
Lo ha comunicato ieri il colonnello Brice Mangou, che comanda la gendarmeria dei Vosgi. Mangou ha precisato che Mia «ha ritrovato la nonna» in una località che è stata tenuta segreta per motivi di sicurezza.
Storia di un rapimento - Martedì scorso la piccola è stata prelevata dall'abitazione della nonna. Lola e Mia Montemaggi sono arrivate sabato sera in una casa occupata a Sainte-Croix, nel canton Vaud, e domenica si è compiuto il blitz della polizia.
La donna e un cittadino francese sono in una prigione vodese, in attesa di estradizione in Francia. Altre quattro persone erano state precedentemente arrestate.