«La campagna per liberarlo continua» afferma Amnesty International
MANSURA - È stato aggiornato al 7 dicembre, quando si terrà una nuova udienza, il processo nei confronti di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna in carcere in Egitto da quasi 20 mesi con l'accusa di «diffusione di informazioni false».
Il processo si tiene a Mansura, città sul Nilo dove oggi si è tenuta la seconda udienza del processo. In aula erano presenti un diplomatico italiano, uno spagnolo e uno canadese nell'ambito di un monitoraggio processuale Ue a trazione italiana che coinvolge anche paesi extra-europei.
Secondo quanto ha appreso l'agenzia di stampa italiana Ansa, Germania e Stati Uniti hanno fatto presentare "lettere d'interessamento" in cui si sottolinea che i due Paesi continueranno a seguire e monitorare da vicino il caso pur non essendo fisicamente presenti all'udienza di oggi.
Come la prima udienza svoltasi il 14 settembre, quella odierna si è tenuta di nuovo davanti a una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d'emergenza) di Mansura, città natale di Patrick. L'accusa a carico di Zaki è di «diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese». Un reato sanzionato con un massimo di cinque anni di carcere.
Una legale dello studente ha inoltre confermato che restano in piedi (si presume quindi da affrontare eventualmente in altra sede) anche le accuse di «minare la sicurezza nazionale» e di istigare alla protesta, «al rovesciamento del regime», «all'uso della violenza e al crimine terroristico»: le ipotesi di reato basate sui dieci post su Facebook di controversa attribuzione.
Si tratta di crimini che gli fanno rischiare 25 anni di carcere, secondo Amnesty International, o addirittura l'ergastolo, hanno sostenuto fonti giudiziarie egiziane.
«Per Patrick altri mesi di sofferenza e di attesa. La campagna per liberarlo continua» scrive sui social Amnesty International Italia. «Proprio ora è in corso un presidio di fronte all’ambasciata d’Egitto».
Il processo di #PatrickZaki è stato rinviato al 7 dicembre. Un rinvio lunghissimo, che sa di punizione. Quel giorno saranno trascorsi 22 mesi dall'arresto: 22 mesi di crudeltà e sofferenza inflitte a Patrick, ma anche di grande resistenza da parte sua #FreePatrickZaki
— Riccardo Noury (@RiccardoNoury) September 28, 2021