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STATI UNITIIl paziente non vuole vaccinarsi: niente trapianto

25.01.22 - 20:05
Il caso sta facendo discutere negli Stati Uniti, ma l'ospedale sta solo seguendo le procedure necessarie
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Fonte ats ans
Il paziente non vuole vaccinarsi: niente trapianto
Il caso sta facendo discutere negli Stati Uniti, ma l'ospedale sta solo seguendo le procedure necessarie

BOSTON - Niente trapianto di cuore se il paziente che dovrebbe riceverlo non si vaccina contro il covid: è il primo caso di questo tipo reso noto in America dall'inizio della pandemia: il braccio di ferro è in corso al prestigioso 'Brigham Women hospital' di Boston, dove DJ Ferguson, 31 anni, gravemente malato era tra i primi della lista per ricevere un cuore nuovo.

Ma l'uomo continua a rifiutare l'immunizzazione contro il Sars Cov-2 e l'ospedale lo ha eliminato dall'elenco dei candidati all'intervento. Il caso sta alimentando le polemiche ed è stato reso noto dal padre del paziente, David Ferguson che lo ha raccontato alla Cbs.

L'ospedale sta semplicemente seguendo le procedure necessarie per i trapianti: «Come molti altri programmi per i trapianti negli Stati Uniti, anche il sistema ospedaliero Brigham richiede specifici comportamenti da parte dei potenziali recipienti, tra cui sottoporsi a varie vaccinazioni che includono anche quello per il covid», spiega un comunicato della clinica.

«Proprio queste procedure contribuiscono ad aumentare le probabilità di successo dell'intervento e la sopravvivenza del paziente». «Ma è contro i principi di DJ farsi vaccinare, ed ora, per questa ragione, è stato spinto quasi alla morte per la decisione dell'ospedale di eliminarlo dalla lista dei candidati al trapianto», ha detto il padre David, ribadendo che il figlio non cederà.

Arthur Caplan, direttore di bioetica alla New York University è intervenuto nella polemica sottolineando che «siccome dopo ogni trapianto il sistema immunitario del paziente praticamente si blocca, per cui anche solo un banale raffreddore potrebbe uccidere il recipiente e data la scarsità di organi è necessario che gli interventi vengano fatti su chi ha più probabilità di sopravvivenza. Quindi nel caso a pazienti vaccinati rispetto a chi non lo è».
 
 

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