Il governo indiano è stato accusato di aver fatto abbattere le abitazioni di tre musulmani a causa delle manifestazioni
NUOVA DELHI - Scendono in strada a protestare e quando tornano a casa non trovano neanche la porta. In seguito ad alcune proteste verificatesi nello stato indiano dello Uttar Pradesh, le abitazioni di tre musulmani sono state demolite per ordine del governo.
Da quando il partito Bharatiya Janata (o Partito del Popolo indiano) è salito al potere nel 2014, si sono susseguite condanne da parte di stati e proteste da parte dei musulmani, a causa del fatto che chi professa come religione l'Islam in India verrebbe discriminato. In particolare il partito è stato accusato di aver polarizzato il potere e di aver incrementato i messaggi di intolleranza, motivo per cui i 200 milioni di musulmani che vivono nel Paese sarebbero vittime di crimini di odio.
Nel 2014, inoltre, è stata aggiornata la legge sulla cittadinanza stipulata nel 1955 e aggiunto che i migranti illegali indù, buddisti, parsi, sikh, seguaci di Jina e cristiani provenienti da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan e che sono entrati nel Paese entro il 31 dicembre 2014, hanno diritto alla cittadinanza. Il fatto che i musulmani non siano inclusi è motivo di scontro.
Alcuni giorni fa, poi, la portavoce del partito di governo Nupur Sharma ha fatto dei commenti poco consoni sul profeta Maometto. Il Bharatiya Janata l'ha successivamente espulsa, ma la comunità mussulmana ha condannato il fatto che la donna non dovrà subire davvero delle conseguenze.
Quindi in diverse città dello stato dello Uttar Pradesh si sono svolte delle proteste che sono man mano diventate violente. In tutto, riporta la Bbc, 300 persone sono state arrestate. E tre case sono state demolite, anche se il governo afferma di aver proceduto con le ruspe perché quelle abitazioni erano state costruite abusivamente. Queste appartenevano a tre persone che sono state collegate alle proteste. Uno è il politico Javed Ahmed, accusato di aver organizzato le manifestazioni. Gli altri due sono accusati di aver lanciato sassi contro degli edifici.