I risparmi di molti libanesi si sono volatilizzati a seguito della terribile crisi economica, la popolazione è disperata
BEIRUT - Le filiali delle banche libanesi rimangono chiuse oggi e per i prossimi due giorni dopo che la settimana scorsa sette diversi istituti di credito sono stati presi d'assalto da risparmiatori rimasti privati da tre anni dell'accesso ai loro fondi in valuta straniera.
Paura di nuove rapine - L'Associazione delle banche del Libano (Abl) ha confermato stamani che la chiusura di tutte le filiali sul territorio nazionale è necessaria per approntare le misure di sicurezza supplementari, oltre a quelle già intraprese dall'autunno del 2019 in corrispondenza con le proteste popolari anti-governative.
La settimana scorsa si sono verificati mercoledì e venerdì sette diversi assalti a filiali di banche a Beirut e in altre zone del paese. Ad agosto vi era stato un altro episodio analogo a Beirut, ma il primo del genere si era registrato a gennaio, nella valle orientale della Bekaa.
Nel Libano afflitto da oltre tre anni dalla peggiore crisi economica della sua storia, il ministro degli interni Bassam Mawlawi ha assicurato venerdì scorso che la polizia e le forze di sicurezza contribuiranno con misure aggiuntive alla protezione delle sedi delle filiali degli istituti di credito.
Attesa delegazione Fmi - Intanto, è attesa oggi a Beirut una delegazione del Fondo monetario internazionale (Fmi) mentre il governo uscente del premier Najib Miqati fatica a portare avanti l'agenda legislativa per soddisfare le richieste dello stesso Fmi e necessarie per sbloccare i tanto attesi aiuti economici internazionali al Libano in default economico.
Venerdì scorso il parlamento ha dovuto interrompere la discussione sulla legge di bilancio, una delle manovre legislative attese dal Fmi. Oltre a queste, il governo libanese è chiamato ad approvare altre leggi in materia di amministrazione bancaria e finanziaria.
Nuovi incontri - Nei mesi scorsi era stato raggiunto un accordo preliminare tra il Fmi e il governo di Beirut. Perché questo accordo possa essere completato e il Fondo possa cominciare a erogare gli aiuti economici, l'attuale classe politica libanese, da più parti indicata come responsabile del fallimento del paese, è chiamata a modificare in maniera strutturale il sistema bancario e amministrativo del Libano. Nel paese, secondo l'Onu, più dell'80% della popolazione vive ormai in povertà. E la lira locale ha perso più del 95% del suo valore in meno di tre anni.