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ISRAELEBiden a Netanyahu: «Israele non può andare avanti così»

29.03.23 - 23:53
«Sono molto preoccupato», ha detto il presidente statunitense riguardo alla riforma della giustizia.
REUTERS
Fonte Ats
Biden a Netanyahu: «Israele non può andare avanti così»
«Sono molto preoccupato», ha detto il presidente statunitense riguardo alla riforma della giustizia.

GERUSALEMME - Dopo le perplessità trasmesse diplomaticamente dietro le quinte, le preoccupazioni americane sulla riforma della giustizia di Benyamin Netanyahu sono esplose in un grido d'allarme, trasformatosi in uno scontro fra due Paesi alleati da sempre. A rendere esplicita la posizione Usa è stato direttamente Joe Biden, le cui affermazioni sono immediatamente rimbalzate in Israele suscitando polemiche a cominciare dal premier, che ha risposto per le rime.

Israele, è stato il ruvido monito del capo della Casa Bianca, «non può continuare sulla strada» della riforma giudiziaria, questo «l'ho chiarito» e Netanyhau «farebbe bene ad allontanarsene». Poi ha rincarato la dose: «Come molti forti sostenitori di Israele, sono molto preoccupato. Si spera che il premier agisca in modo da cercare di trovare un vero compromesso ma questo resta da vedere». Poi, dopo aver escluso una visita di Netanyahu «a breve termine» - mentre l'ambasciatore Usa in Israele Tom Nides ne aveva evocato l'imminenza - ha aggiunto: «Non vogliamo interferire. Non stiamo interferendo. Conoscono la mia posizione e quella dell'America. Conoscono la posizione dell'ebraismo Usa».

Netanyahu ha replicato subito: Israele è un «Paese sovrano» che prende «decisioni per volontà del popolo e non sulla base di pressioni dall'estero, compresi i migliori amici». «La mia amministrazione - ha sottolineato - è impegnata a rafforzare la democrazia ripristinando il giusto equilibrio tra i tre rami del potere, che stiamo cercando di raggiungere attraverso un ampio consenso». Successivamente, intervenendo online al summit delle democrazie convocato proprio da Biden, ha ribadito che l'alleanza con Washington, «salvo divergenze occasionali», è «irremovibile». Ed ha assicurato agli Usa che grazie alla pausa nell'iter della riforma alla Knesset, le parti «possono vedersi» e cercare «un ampio consenso nazionale».

Ma intanto il fuoco era divampato. Il ministro della Sicurezza nazionale e leader di destra estrema Itamar Ben Gvir - e dopo lui altri esponenti del Likud - ha voluto ricordare a Biden che Israele «non è un'altra stella sulla bandiera americana. Siamo una democrazia e mi aspetto che il presidente Usa lo comprenda». Ben Gvir è stato immediatamente rimbeccato dal leader dell'opposizione Yair Lapid. «Per decenni - ha twittato - Israele è stato il più stretto alleato degli Usa. Il governo più estremista nella storia di questo Paese ha rovinato tutto questo in tre mesi».

Una polemica che rispecchia la situazione in Israele, dove le parti, sotto la mediazione del presidente Isaac Herzog, continuano gli incontri, ma dove non si fermano le proteste. Anche oggi a Tel Aviv, seppur di minore entità, ce ne sono state ed è confermato l'appuntamento principale di sabato sera. Le organizzazioni contrarie alla riforma hanno detto di non fidarsi della pausa annunciata da Netanyahu, considerata solo un escamotage per prendere tempo. A rendere ancora più scivoloso il tutto sono state alcune affermazioni del ministro della Giustizia Yariv Levin (Likud), uno degli architetti della legge. «Farò uno sforzo supremo - ha promesso ai suoi sostenitori - per fare giustizia e per far approvare la legge nella prossima sessione della Knesset».

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COMMENTI
 

medioman 1 anno fa su tio
Il vecchio è troppo impegnato con il cane da circo, non ci sta più dietro alle faccende banali come medio oriente 😁

Emib5 1 anno fa su tio
Risposta a medioman
Visto il tenore solito dei tuoi commenti, va detto che il tuo nick è molto, ma molto sopravvalutato.
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