Mosca si riserva il diritto di ricorrere a queste armi, ha dichiarato Vladimir Putin, anche se lo ritiene «un crimine»
MOSCA - La fornitura di munizioni a grappolo all'Ucraina e il loro utilizzo «devono essere considerati un crimine». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un'intervista ripresa dalla Tass, sottolineando che anche Mosca «ha uno stock sufficiente di tali bombe» che «finora non ha usato», ma «se vengono utilizzate contro di noi, ci riserviamo il diritto di usarle come misura speculare a tali azioni».
«Per quanto riguarda le munizioni a grappolo, la stessa amministrazione statunitense, attraverso il suo staff, ha dato la sua opinione su queste munizioni tempo fa, quando l'uso di munizioni a grappolo è stato definito un crimine», ha affermato il 70enne in un'intervista al canale Rossiya-1 citata dalla Tass. «Quindi, penso, così è come dovrebbe essere trattato il tema».
Il presidente russo ha tuttavia affermato nella stessa intervista che Mosca «ha una riserva sufficiente di vari tipi di munizioni a grappolo, di vario genere». «Finora non l'abbiamo fatto, non le abbiamo utilizzate e non ne abbiamo avuto un tale bisogno, nonostante una certa carenza di munizioni a un certo punto del tempo: ma non l'abbiamo fatto», ha detto il presidente. «Ma ovviamente, se vengono usate contro di noi, ci riserviamo il diritto di azioni speculari», ha aggiunto.
Secondo alcune ong, tra cui Human Rights Watch, sia l'esercito russo sia quello ucraino utilizzano già da tempo munizioni a grappolo nel conflitto, provocando vittime tra la popolazione civile.