I cinque, tutti cittadini bulgari, erano stati arrestati nel Regno Unito lo scorso mese di febbraio
LONDRA - Formalizzata l'accusa di spionaggio oggi in tribunale contro i 5 cittadini bulgari - tre uomini e due donne - arrestati a Londra e nel Norfolk a febbraio in quanto sospettati da controspionaggio e polizia britannica d'essere agenti al servizio di Mosca.
I cinque sono comparsi stamattina in videoconferenza per un'udienza preliminare dinanzi a un giudice della Westminster Magistrates' Court, in seguito all'incriminazione per presunto spionaggio resa nota la settimana scorsa dopo essere stati inizialmente arrestati per violazione dell'Official Secrets Act. Hanno confermato le loro generalità, quindi il giudice Tan Ikram ha ordinato che restino detenuti in attesa di giudizio. Ikram ha inoltre letto il nuovo capo d'accusa, in base al quale essi sono sospettati di aver «cospirato per raccogliere informazioni destinate ad essere messe a disposizione di un nemico (la Russia, ndr) come materiale direttamente o indirettamente utili a scopi pregiudizievoli per la sicurezza e l'interesse dello Stato» britannico fra il 2020 e il febbraio 2023. L'inizio del processo di merito è stato fissato il 13 ottobre di fronte alla corte di Old Bailey.
Il caso era emerso sui media il mese scorso, con la rivelazione di elementi sul sequestro da parte di Scotland Yard di documenti d'identità falsi di svariati Paesi europei, inclusi passaporti italiani, utilizzati dalla sospetta «cellula spionistica» (da tempo infiltratasi a quanto pare nel Regno Unito). Stando all'accusa, i 5 imputati - Orlin Roussev, di 45 anni, Bizer Dzhambazov, di 42, Katrin Ivanova, di 32, Ivan Stoyanov, di 31, e Vanya Gaberova, di 29 - si sarebbero serviti per la asserite attività illegali condotte nella capitale britannica e all'estero, in particolare fra Germania e Montenegro, pure di pass artefatti da giornalisti e d'indumenti con i marchi dei canali tv Discovery e National Geographic. Roussev, Dzhambazov e la Ivanova erano già stati incriminati per il «possesso di falsi documenti». Gli organi inquirenti dell'isola hanno raccomandato intanto riserbo su ulteriori dettagli investigativi che dovessero trapelare, per non compromettere la sicurezza nazionale e gli sviluppi dell'indagine.